01 June 2015

Giannini Fiat 500 TV L e Fiat 126 GPA 800, saette romane

L’Italia degli anni ‘60 è l’Italia degli schieramenti opposti.Accese discussioni da bar cercano di stabilire se “sia meglio” Loren o Lollobrigida, Vespa o Lambretta....

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L’Italia degli anni ‘60 è l’Italia degli schieramenti opposti. Accese discussioni da bar cercano di stabilire se “sia meglio” Loren o Lollobrigida, Vespa o Lambretta, Beatles o Rolling Stones, Clark o Surtees e, sugli asfalti nostrani, Abarth o… Giannini. La storia dei fratelli Attilio e Domenico Giannini ha segnato profondamente l’automobilismo sportivo italiano per buona parte del secolo scorso; quarant’anni, dagli anni ’30 ai ‘70, in cui la loro avventura porta alla costruzione dell’unica fabbrica automobilistico della capitale. Un’attività lunga e articolata, che vede il momento di maggior successo negli anni ‘60, quando lega il suo nome alle versioni elaborate delle Fiat 500, che su strada e in pista duellano senza esclusione di colpi con le omologhe versioni preparate da Carlo Abarth.

La 500 TV è la prima piccola “pepata” di casa Giannini: debutta come derivazione della versione normale già dalla serie “D”, l’ultima con le porte “a vento”, dalla quale spreme circa 23 CV a 5200 giri grazie alla testa modificata, a un nuovo albero a camme, allo scarico speciale e al solito carburatore Weber 26 IMB/4 modificato con getto da 120. Nel botta e risposta con Abarth si aggiungono col tempo versioni via via più spinte, come le 590 GT, GT Special, 650 NP (su base 500 F/L) da 32 CV e TV S con motore addirittura 1000 da 68 CV (sulla Fiat normale non hanno mai superato i 18) per ben 160 km/h. La TV è quindi la capostipite delle 500 “romane” e all’epoca, quando il gioco non si è ancora fatto “pesante”, punta più sulla personalizzazione estetica che non sulle prestazioni pure.

Le modifiche permettono sì di superare la soglia psicologica dei cento all’ora (108 km/h effettivi), ma a fare scena sono il coperchio punterie in alluminio e la coppa olio maggiorata e alettata con il nome del preparatore bene in vista, mentre il grosso degli interventi è concentrato sulla carrozzeria: vistoso stemma frontale, cerchi ruota forati con coppe specifiche, profilo cromato e stemmi sulla fiancata. All’interno troviamo moquette, volante e pomello cambio in legno, cruscotto personalizzato con tachimetro col fondo scala a 130 a far sognare velocità da piccola sportiva quando in realtà la TV è il primo gradino nel mondo dell’elaborazione. L’insieme regala comunque la piacevole sensazione di essere a bordo di una 500 con qualcosa in più, e se non si hanno grosse pretese si può comunque bruciare al semaforo il cinquecentista “normale”.

BASE LUSSO
In questo servizio troviamo una TV “L”, basata cioè sull’omonima versione della piccola torinese, caratterizzata dai paraurti coi tubolari e senza rostri e dallo strumento interno orizzontale. La vettura appartiene alla famiglia Caputo di Sala Consilina (SA), che conserva in garage una piccola ma impeccabile collezione di Giannini. Negli anni ‘90 papà Francesco, possessore in gioventù di una 500 Giannini elaborata, nota questa TV “L” girare per le sue strade.

Appartiene a una maestra elementare residente di un paese vicino che la usa giornalmente per andare a scuola; per motivi affettivi, nonostante le insistenze non è interessata a cederla. Passano alcuni anni e il nostro Francesco continua a tenere d’occhio la vettura. Poi scompare, l’anziana maestra è mancata, l’auto è stata ereditata da un nipote che l’ha venduta ad un compaesano, casualmente amico dei Caputo. Il corteggiamento a questo punto riparte serrato e, dopo altri otto anni circa, Francesco riesce finalmente a mettere in garage la piccola TV. Siamo ormai nel 2005; l’auto si presenta più o meno nelle condizioni attuali e necessita soltanto di un nuovo set di fasce ai pistoni e delle coppe ruota mancanti. La carrozzeria, originale e mai incidentata, viene solo velata nel colore originale. Oggi è la prediletta della collezione ed è destinata al figlio Michele di 18 anni.

RARITA'

Alla stessa famiglia appartiene anche la rara 126 GPA 800 di queste pagine. L’auto entra in casa Caputo fortuitamente, scovata nel 2009 durante un sopralluogo da un commerciante irpino per visionare una 500 “My Car” di Francis Lombardi. All’arrivo sul posto, Francesco e i figli scoprono con disappunto che la vettura è stata già venduta. Girando sconsolati tra le altre auto in mostra, scorgono una 126 particolare

Lo scaltro commerciante fiuta l’interesse e alla richiesta di prezzo spara alto, costringendo i nostri amici a lasciare il salone a mani vuote. Per il figlio maggiore Mario la delusione è cocente: a soli vent’anni la 126 è un piccolo sogno. Intenerito, papà Francesco il giorno dopo contatta il venditore telefonicamente e tratta con successo la vettura che in poche ore è così a casa, da restaurare ma completa di tutto.

L’ha intestata a Mario, al settimo cielo per essere anch’egli proprietario di una Giannini, per di più rara. Il restauro parte subito e richiede un anno abbondante; a fine 2012 l'auto ottiene l’omologazione Asi sotto lo sguardo interessato dei commissari, i quali ammettono di averne viste ben poche. La GPA oggi è custodita dai Caputo come una reliquia, e dal restauro ha percorso meno di 900 km.

ANTIPODI
Al debutto, nel 1972, la 126 è un pezzo avanti rispetto alla 500. Più veloce, più sicura, più abitabile, mantiene la stessa impostazione meccanica ma con motore e cambio migliorati: il primo è più potente e regolare, il secondo sincronizzato su seconda, terza e quarta. Importante poi, in termini di distribuzione delle masse, lo spostamento del serbatoio benzina dal vano anteriore sotto il sedile posteriore. Nel solco dell’escalation di potenza delle 500, anche la 126 è oggetto delle attenzioni di Giannini. La famiglia però dal 1970 non è più proprietaria del marchio, passato sotto la guida dell’avvocato Wolfango Polverelli, insieme a parte delle strutture e a seguito di intricate vicende societarie.

Siamo lontani dai tempi della TV: nuova gestione, elaborazioni stradali dall’impostazione più estrema, nuova vettura, già in partenza penalizzata dalle forme meno attraenti e dai drammi finanziari e sindacali dei primi anni 70. Ma, ancor più importante, la 126 nasce in un momento storico di minor interesse per le auto elaborate, ormai una nicchia per pochi affezionati in un mercato profondamente cambiato.

Rispetto alla “ingenua” TV, sulla GPA c’è tutt’altro lavoro: testa modificata per aumentare il rapporto di compressione, raccordatura e lucidatura condotti, basamento modificato con sedi cilindri maggiorate, equilibratura e contrappesatura albero motore, squadratura ed equilibratura bielle, albero a camme e carburatore modificati, candele speciali, coperchio punterie in acciaio cromato, coppa olio maggiorata e alleggerita, filtro aria maggiorato, pistoni ad alta compressione, scarico sportivo omologato. All’esterno troviamo scudetti e fregi Giannini su frontale, posteriore, fiancate e ruote, dentro volante in pelle e strumentazione specifica; a richiesta cerchi in lega, sedili sportivi (presenti sulla vettura del servizio), scritta adesiva frontale, roll-bar, assetto sportivo (anch’esso presente), albero motore e camme in acciaio cementato, carburatore Dell’Orto doppio corpo da 32 con relativi collettore e filtro, volante sportivo in legno. Tanta “ciccia” rispetto alla scarna lista accessori della TV: cruscotto speciale con contagiri e volante elastico!

EMOZIONI

Abbiamo avuto modo di provare le vetture sul piccolo circuito “Valpista” di Teggiano (SA), dove abbiamo trovato conferma alle nostre aspettative. La TV “L” è poco più di una 500 abbellita: le modifiche apportate da Giannini portano un incremento prestazionale appena percettibile, e la vocazione generale della vettura rimane essenzialmente da utilitaria, magari con un po’ di verve in più nei sorpassi o sui percorsi in pendenza. Il “nostro” è un esemplare del 1972, ma concepito nei primi anni ’60 sulla vecchia versione “D”, quando questa già era sufficiente per accontentare le esigenze di larga parte dell’utenza.

Le Giannini che impensierivano Carlo Abarth erano altre, dalla 590 GT in su. Ciò non toglie nulla al valore storico delle TV, alla base della scalata al successo dell’officina romana.Il discorso è diverso per la GPA: la cilindrata portata a 800 e i 32 CV (il 40% in più rispetto alla 126 normale) si sentono tutti. La vettura è brillante, reattiva, nervosa, con il plus di un assetto sicuro e prevedibile, al cui confronto la 500 appare ballerina ai limiti del rischioso. Eppure il tempo e il mercato hanno premiato la prima. La TV è stata, nel suo piccolo, uno status-symbol: è nata nel periodo di maggior fulgore dell’azienda, e anche in questa semplice versione aveva comunque gli argomenti per inorgoglire il proprietario, desideroso di distinguersi dal comune “cinquecentista” in un periodo spensierato e positivo in cui ci si accontentava di poco.

Al debutto, la 126 ha proposto invece un’immagine più pratica e in generale modesta in un momento di maggiori pretese da parte del mercato. Quando ha proposto la GPA, la Giannini era cambiata: nuova dirigenza e nuovi impianti per riproporre una ricetta ormai datata e per di più senza la spinta emotiva e carismatica dei fondatori. Nonostante la validità del prodotto, più moderno, razionale e prestazionale, il responso del mercato fu impietoso: la 126 non fu mai (e tuttora non è) amata come la 500, forte invece di una carica emozionale impareggiabile.

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