04 January 2017

Gasolio artico: serve davvero?

Il gasolio artico si trova in alcune zone dove le temperature scendono di parecchio sotto lo zero. In pianura si usa il gasolio invernale

Gasolio artico: serve davvero?

Le auto di oggi non hanno bisogno di particolari accorgimenti per affrontare la stagione fredda. Non accenniamo nemmeno qui il discorso ovvio su pneumatici invernali o catene da neve ma trattiamo la questione del carburante per le auto diesel. Mentre la benzina non congela prima dei -48° (vi sfidiamo a trovarli nel nostro Paese!), il gasolio è più a rischio.

 

Infatti, dal primo novembre al 31 marzo i distributori erogano per legge un gasolio detto invernale, capace di restare liquido fino ad una temperatura di -12° (attenzione, quella interna al serbatoio, non quella ambientale). Viceversa, d’estate il carburante erogato resta liquido fino a 2 gradi sottozero.

 

Nelle zone montane, invece, dove le temperature scendono anche di parecchio sotto gli zero gradi Celsius, serve un carburante diverso. Si chiama gasolio artico e deve restare fluido fino a -20°. Il rischio è che la paraffina formi dei cristalli che vanno da intasare il filtro. Per temperature davvero rigide, evitate di mettere anche piccole quantità di benzina nel serbatoio, nei moderni diesel common rail può provocare danni. Esistono, invece, degli additivi specifici dal costo di pochi euro.

 

Unico neo del gasolio artico è il costo: infatti, poiché ha maggiori costi di produzione, anche il prezzo alla pompa sarà superiore. Infine, fate attenzione: normalmente i gestori espongono cartelli che indicano l’offerta di questo tipo di carburante e spesso anche le specifiche delle temperature a cui può arrivare. 

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