Frenata automatica d’emergenza: qualche incertezza

Secondo un’indagine privata l’Autonomous Emergency Brake (AEB) faticherebbe a riconoscere ciclisti e motociclisti.
Si sa quanto gli svizzeri siano precisi, perfettini e pignoli, un atteggiamento spesso fastidioso ma che a volte può rivelarsi molto utile. Come in questo caso dove un gruppo di ingegneri del Touring Club Svizzero, il più grande club automobilistico della Svizzera, avrebbe sottoposto il sistema di frenata automatica d’emergenza (Autonomous Emergency Brake = AEB) ad alcuni severi test per valutarne il funzionamento, l’efficacia ma soprattutto il grado di affidabilità. Oggetto della prova cinque tra i più diffusi ADAS attualmente in commercio, montati a bordo di cinque tra le più avanzate e prestigiose Case automobilistiche: Audi, Volkswagen, Mercedes, Mitsubishi e Volvo. Tutte e cinque le vetture sono state oggetto di svariati test per capire le reali capacità di questi sistemi nelle più svariate condizioni. Proprio per questo sono stati presi in esame come possibili ostacoli sia pedoni che biciclette, scooter, moto e macchine. I risultati però non sono stati proprio quelli che ci si sarebbe augurati di vedere. La frenata automatica di emergenza sarebbe ancora soggetta ad alcuni piccoli ma non poco importanti bug che ne vanificherebbero la funzionalità.
Secondo gli elvetici i risultati peggiori si sarebbero riscontrati nel momento in cui l’automobile è chiamata a riconoscere come ostacolo una moto, uno scooter o una bicicletta. In questi casi, infatti, il sistema non sempre reagisce nel modo più corretto e solo in determinate condizioni fa quello per cui è stato progettato, arrivando in alcuni casi persino al completo non intervento. Percorrendo una strada dritta tutti e cinque i sistemi sono stati i grado di riconoscere l’ostacolo a due ruote che viaggiava davanti a loro. Il sistema ne ha segnalato in modo acustico e visivo la presenza ed ha attivato prontamente la frenata automatica di emergenza, evitando l’ostacolo. I sistemi però hanno funzionato sempre diligentemente tutte le volte che l’ostacolo a due ruote si trovava al centro della carreggiata mentre hanno avuto qualche ritardo o incertezza tutte le volte in cui il veicolo a due ruote si trovava sul lato destro o sinistro della strada.
Discorso ancora peggiore percorrendo una strada in curva. In questo caso tutti e cinque i sistemi hanno dimostrato delle vulnerabilità nel riconoscere e intervenire prontamente di fronte a un ostacolo a due ruote. Spesso i sensori riescono a intercettarlo e segnalarlo ma poi ne perdono misteriosamente le tracce, lasciando al conducente il completo e tempestivo intervento sui comandi della vettura per evitare l’impatto. Situazione simile nel caso in cui il mezzo a due ruote dovesse essere fermo in mezzo alla carreggiata. Il sistema di Mercedes se la cava bene se le due ruote sono poste al centro della sede stradale mentre rimane silente nel caso in cui l’ostacolo a due ruote dovesse essere sul ciglio destro o sinistro. Il sistema di Mitsubishi e di Volvo, invece, vede in entrambe le situazioni il mezzo a due ruote, lo segnala acusticamente e visivamente ma poi inspiegabilmente non interviene. Ultimo posto per il sistema di Audi e Volkswagen che secondo il TCS svizzero non riuscirebbe minimamente a rilevare la bicicletta e di conseguenza a intervenire, lasciando tutto nelle mani del conducente.
Insomma, a vedere questi test sembra che i moderni sistemi ADAS con tecnologia radar non siano ancora del tutto privi di incertezza. Ennesima prova di come la tecnologia della guida autonoma non sia ancora pronta e matura per poter circolare liberamente e che il livello 5 sia per ora ancora un lontano miraggio.

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