di Mirko Rovida
12 March 2018

Ecco come sono andati i test di Formula 1 a Barcellona

Noi di Automobilismo siamo stati al Circuito della Catalogna del Montmelò durante la seconda settimana di test e questa è la nostra impressione di come sono andate le cose in pista.
Il Campionato del mondo di Formula 1 è ormai alle porte. Finita anche l’ultima sessione di test invernali pre-stagionali svoltasi a Barcellona dal 6 al 9 marzo è giunto il tempo di trarre le conclusioni di quanto visto dentro e fuori dalla pista. E perché no, magari anche di azzardare qualche pronostico in vista della prossima stagione. Noi di Automobilismo siamo stati al Circuito della Catalogna del Montmelò durante la seconda settimana di test e questa è la nostra impressione di come sono andate le cose in pista.
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MERCEDES SOLIDA, FERRARI DA GALA

I due team più forti della scorsa stagione sono arrivati quest’anno in terra catalana portando nuove monoposto che rappresentano un’importante evoluzione rispetto all’egemoni predecessore del 2017. Con basi più che buone, è risultato dunque abbastanza normale guardare loro come le due squadre da battere; e così è stato a Barcellona. La Mercedes si è concentrata maggiormente nel migliorare i propri long-run, dimostrando ancora una volta cieca fedeltà ai compound più duri della Pirelli (Medium su tutte) e impressionando la concorrenza per ritmo e costanza mostrata in ogni situazione. Finite le sessioni di test, sono infatti i tedeschi quelli ad aver percorso il maggior numero di giri totali. Per gli uomini di Stoccarda gli unici campanelli d’allarme son suonati sul finire di alcune prove di gara effettuate, invece, con pneumatici più morbidi, per via del vistoso blistering comparso al termine di sessioni non particolarmente estreme. Nulla di nuovo per le Frecce d’Argento, che già nella passata stagione hanno avuto modo di affrontare tale inconveniente riuscendo a uscire egregiamente da questa spiacevole situazione. Nel giro secco, i tempi delle due Mercedes di Hamilton e Bottas non hanno impressionato più di tanto, ma resta tuttavia ancora da scoprire il motivo per cui avrebbero dovuto svelare quello che da sempre è risultato il loro asso nella manica per eccellenza.
I tecnici di Maranello, invece, hanno preferito concentrarsi su un piano di lavoro diametralmente opposto a quello dei rivali. La Ferrari, infatti, ha sempre ottenuto tempi brillanti sul giro secco, unico vero punto debole della SF70-H durante la passata stagione, e si è concentrata maggiormente nel raccogliere dati preziosi vestendo mescole morbide, tra cui le esordienti HyperSoft a banda rosa. Sono di Sebastian Vettel e di Kimi Raikkonen infatti i migliori due tempi dei test pre-stagionali, con il tedesco che è stato in grado di siglare un convincente 1’17”182, andando così a demolire il precedente record della pista e iniettando fiducia nel team del Cavallino. Vettel è stato anche il pilota più attivo dei test, portando a termine la bellezza di 643 giri, complice anche l’assenza forzata di Kimi nella maggior parte della sesta e settima giornata a causa di un virus intestinale. La Rossa sembra esser nata bella dentro e bella fuori, ora starà al team l’arduo compito di sprigionarne l’incredibile potenziale in pista una volta iniziata la nuova stagione.

RED BULL MINA VAGANTE

Le prestazioni dimostrate dalla Red Bull lasciano ancora pochi dubbi in vista del 2018. Tuttavia, nonostante Ricciardo e Verstappen abbiano dimostrato un buon passo gara e anche una buona performance nel giro secco, rimangono ancora alcuni interrogativi circa il ruolo da affidare al team austriaco nella prossima stagione. Le premesse da grande antagonista nella lotta al titolo ci sono tutte, tuttavia, l’affidabilità e la performance del motore Renault sono ancora tutte da mettere alla prova, poiché nello scorso Campionato esso ha rappresentato il tallone d’Achille delle due Red Bull. La notizia dell’ultima ora, poi, ha dell’incredibile: a sorpresa Adrian Newey, eccelso progettista e artefice di numerose monoposto vincenti con Williams, McLaren e la stessa Red Bull, ha deciso di abbandonare il proprio ruolo di direttore tecnico presso il team per concentrarsi in altri ambiti.
Sarà Pierre Wache a prendere il posto di Newey. Il francese si è mostrato sin da subito entusiasta del nuovo ruolo da dt. e ha affermato di essere pronto a gettarsi immediatamente nella mischia. Lo stesso Wache ha poi ammesso che il suo approccio nei confronti della monoposto sarà diverso da quello intrapreso negli anni da Newey: dove prima veniva prediletta l’aerodinamica, ora verrà dato maggior risalto alla meccanica della vettura. Un’ulteriore incognita che ci mette nella scomoda posizione di non sapere se Red Bull potrà essere una delle contendenti al titolo quest’anno.

MALE MCLAREN, SORRIDE INVECE TORO ROSSO

In molti, dopo l’annuncio del divorzio tra McLaren e Honda, si sarebbero aspettati una rinascita immediata del prestigioso marchio di Woking. Quanto visto a Barcellona, invece, ha lasciato perplessi anche i più scettici, poiché il nuovo matrimonio con Renault sembra non essere incominciato proprio nel migliore dei modi. Durante le prime quattro giornate, tutto sommato, Alonso e Vandoorne non hanno accusato problemi troppo insidiosi, complici forse le temperature molto rigide che hanno caratterizzato le prime sessioni in pista. Quando, però, nelle ultime quattro giornate le temperature sono tornate a valori normali (intorno ai 18-19 gradi atmosferici in media e 30 gradi l’asfalto) sulla McLaren-Renault hanno iniziato a evidenziarsi vistosi problemi di surriscaldamento. Inizialmente, i meccanici della McLaren hanno provato a scongiurare il problema creando dei nuovi fori di sfiato sul codone del cofano della MCL33, ma questa soluzione è sembrata non funzionare a dovere, con la monoposto color papaya costretta innumerevoli volte al rientro ai box, non sempre col motore acceso.
Fernando Alonso, nel frattempo, ha sempre rilasciato alla stampa dichiarazioni ottimiste, in totale contrasto con quanto visto in atto dalla McLaren. Quando la macchina va, la prestazione c’è, ma sembrano ancora troppi i problemi che attanagliano l’intero team, meccanici compresi. A peggiorare ulteriormente le cose per la McLaren sono le prestazioni viste in campo della Toro Rosso con Power Unit Honda. Il team faentino ha dimostrato incredibilmente un’ottima affidabilità durante i test, segnando anche qualche tempo interessante che potrebbe benissimo renderla una delle migliori monoposto di metà classifica. Forse, in questi ultimi tre anni, non è sempre e solo stata colpa dei motoristi giapponesi della Honda…

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