Fiat Chrysler: le elettriche arriveranno grazie a Jeep

Fiat Chrysler potrebbe sfruttare le performance economiche di Jeep per introdurre gradualmente sulla gamma modelli elettrificati.
Al Salone dell’Auto di Detroit abbiamo visto un Marchionne in grande spolvero. Il CEO di Fiat Chrysler, oltre ad aver ribadito che il Gruppo italo-americano non ha più l’impellenza di cercare un partner industriale, ha sciorinato dei numeri davvero interessanti. Protagoniste assolute delle proiezioni di crescita ipotizzate da Marchionne sono state RAM e Jeep. Nello specifico è proprio Jeep che consentirà a FCA di compiere un notevole balzo in avanti. Il CEO italo-canadese si aspetta di raggiungere una quota di mercato globale del 20%. Da Jeep provengono il 70% degli utili registrati nel 2017 in nord-America e l’obiettivo è quello di vendere 2 milioni di unità nel 2018, che potrebbero diventare 5 nel 2022.

L'avanzata di SUV, Crossover e Pick-Up

Cifre che si concretizzano quando si guardano i dati di crescita degli ultimi anni di alcuni modelli appartenenti al brand Jeep. Stando ai numeri riportati dal Data center di Automotive News a Detroit, la produzione della Jeep Grand Cherokee, un modello chiave del brand che recentemente è stato anche rinnovato, è passata dal 2007 al 2017, dalle 127.518 alle 272.989 unità. Stesso destino per la Jeep Wrangler, cresciuta del 69%. Ricordiamo che la Wrangler è la “più Jeep” di tutto il marchio con un design molto aspro e spartano. Un settore, quello dei SUV di medio-alto gamma, che permette a Fiat Chrysler di avere una marginalità più alta rispetto alle altre tipologie di vetture. E considerando che oggi il mercato auto è ghiotto di SUV, Crossover e Pick-Up, è lecito pensare che le stime di crescita di Marchionne possano concretizzarsi in virtù del solido know-how di Fiat Chrysler in questa specifica gamma.

Un futuro a batteria

Oltre alle stima di crescita di Jeep hanno suscitato particolare scalpore le parole di Marchionne relative all’Automobile 2.0: “Entro il 2025, prevedo che meno della metà delle auto vendute sarà esclusivamente alimentata a combustione”. Il CEO ha infatti aperto all’auto elettrica e alla guida autonoma ed assistita, settori nei quali FCA attualmente risulta un bel po’ indietro rispetto alla concorrenza. Il primo passo verso l’elettrificazione di FCA sarà la produzione delle varianti ibride di alcuni modelli di particolare successo, come ad esempio i SUV Maserati e alcuni modelli Jeep. I colleghi di Autocar.co.uk hanno intervistato il CEO di Jeep Mike Manley il quale ha dichiarato che l’obiettivo del brand è quello di offrire entro il 2020 per ciascuno dei modelli anche una versione ibrida Plug-In. E più avanti arriverà anche una Jeep totalmente elettrica. Ma forse le parole dell’A.D. che sono state maggiormente sottolineate dalla stampa e che aprono a scenari totalmente nuovi riguardano la possibile produzione di una Ferrari totalmente elettrica: “Se qualcuno fa una supercar elettrica, la Ferrari, sarà la prima: la faremo, è dovuto".

Il caso Ferrari

Parole che però stridono leggermente con lo stato delle cose perché in realtà ci sono già aziende che realizzano hypercar elettriche, come ad esempio la croata Rimac che dal 2014 produce la Concept One, un’hypercar totalmente elettrica con ben 1088 cavalli. Senza dimenticare che Tesla ha presentato la Tesla Roadster: 0-100 in 1,9 secondi e 400 km/h di velocità massima. Ferrari grazie alle solide conoscenze che ha in ambito aerodinamico, anche per via della partecipazione al campionato di Formula 1, e di powertrain elettrici -non dimentichiamoci che Magneti Marelli fa parte di FCA- potrebbe realizzare senza troppi problemi una vettura elettrica ad alte prestazioni. Resterebbe il nodo delle batterie che però il Gruppo Italo-americano potrebbe reperire dai tanti colossi che si sono specializzati in questo specifico settore, come ad esempio la Samsung SDI. La casa di Maranello può inoltre contare su un marchio, quello del Cavallino Rampante, che oltre ad essere conosciuto in tutto il mondo è iconico. Semmai il problema da risolvere potrebbe essere quello del rumore proveniente dai tubi di scarico che gli abituali clienti Ferrari sono soliti sentire.

Qualcosa sta cambiando

Un vero e proprio cambiamento di paradigma quello operato da Marchionne il quale nel maggio 2014 implorava gli americani a non comprare la 500 elettrica: “Spero che non compriate la 500 elettrica, perché ogni volta che ne vendo una perdo 14.000 dollari”. Come mai quindi Marchionne ha aperto in modo così repentino all’elettrificazione della gamma? Una cambiamento che in parte è dettato dalle logiche del mercato dell’auto che si sta muovendo piuttosto in fretta verso questa direzione. Tuttavia, in mezzo a questi annunci, si possono trovare anche motivi di ordine economico. In effetti i dati economici di Jeep aprono verso orizzonti fino a poco tempo fa insperati. La progressiva introduzione sul mercato di auto elettrificate potrebbe aiutare Marchionne & Co. in questa transizione.
Ma, quello che ci piace sottolineare, è che questa apertura verso la “novità” elettrica potrebbe riconquistare una buona fetta di quel pubblico che oggi vede Fiat Chrysler come un’azienda troppo legata all’epoca del fossile e poco incline ad abbracciare le novità. Questa volta ad essere dalla parte di FCA ci sono anche gli utili; Fiat Chrysler ha infatti dichiarato nel quarto trimestre un utile netto di quasi 1 miliardo di dollari ed è perfettamente in linea con gli obiettivi. Sfruttare la scia di Jeep e di RAM per introdurre una progressiva elettrificazione della gamma potrebbe esse quindi la scelta migliore ed in grado di accontentare sia il pubblico che gli stakeholder. Ma sarà una faccenda che riguarderà il successore di Marchionne.

Emiliano Ragoni
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