Ferrari Portofino: the italian job

L’erede della California T può contare su 600 Cv e un nuovo telaio più rigido e leggero. Complice la disponibilità del differenziale autobloccante E-Diff, scatta da 0 a 100 km/h in 3,5 secondi.

Tetto rigido ripiegabile

Bye bye California T; benvenuta Portofino. Ferrari cambia radicalmente “meta turistica” per il nome della nuova coupé-cabriolet, puntando su di una località decisamente italica. Non mutano invece gli ingredienti di successo della vettura che, come in passato, può contare su di un V8 sovralimentato, in questo caso portato a 600 Cv, sul tetto rigido ripiegabile e sulla configurazione 2+2 dell’abitacolo.

Telaio rinnovato

La California, tradizionalmente, ha rappresentato un momento di rottura rispetto alla consuetudine tecnica di Maranello; un’auto capace di anticipare alcuni must delle future creazioni del Cavallino. È stata infatti la prima Ferrari stradale mossa da un 8 cilindri a V collocato anteriormente, laddove tale configurazione era in passato riservata alle 12 cilindri. La prima Ferrari dotata di un cambio a doppia frizione in luogo del “classico” elettroattuato F1. La prima Ferrari con un motore a iniezione diretta della benzina. La prima Ferrari, dai tempi dell’F40, a essere sovralimentata. Ora, però, la California cede lo scettro alla Portofino, che promette di essere meno rivoluzionaria – sebbene il nuovo telaio cresca tanto in rigidità quanto in leggerezza – e più in linea con il trend tecnico di Maranello.
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Tocca i 320 km/h

La Portofino, attesa al debutto in occasione del Salone di Francoforte (14-24 settembre), sarà l’entry level della gamma Ferrari. Rispetto alla California T può contare su di una linea più slanciata, specie nella vista laterale, e una volta chiuso il tetto sfoggia un look da vera coupé. Disegnata dal Centro Stile di Maranello, riprende alcuni elementi stilistici della 812 Superfast, mentre sottopelle pulsa una versione evoluta del noto V8 3.9 biturbo. L’8 cilindri a V 32V a iniezione diretta della benzina collocato in posizione anteriore longitudinale, sovralimentato mediante due turbocompressori di tipo twin scroll, beneficia di una profonda rivisitazione a livello di pistoni, bielle, aspirazione e scarico. Nel dettaglio, vengono ridisegnati i collettori così da erogare 600 Cv e 760 Nm di coppia anziché i precedenti 560 Cv e 755 Nm. Valori che portano in dote uno scatto da 0 a 100 km/h in 3,5 secondi invece che 3,6 secondi come per la California T e una velocità massima di 320 km/h anziché 316 km/h.

Sterzo elettrico più diretto

Rispetto al passato vengono confermati il tetto in alluminio a gestione elettrica – alleggerito e azionabile anche a bassa velocità – che scompare in un vano alle spalle dell’abitacolo, la trasmissione a doppia frizione a 7 rapporti collocata al retrotreno secondo lo schema transaxle e realizzata dalla tedesca Getrag così come lo schematismo delle sospensioni a bracci triangolari sovrapposti all’avantreno e a bracci multipli al retrotreno. Costituisce invece una prima assoluta la disponibilità, per la coupé-cabriolet di Maranello, del differenziale autobloccante a controllo elettronico E-Diff. Affinati, infine, gli ammortizzatori magnetoreologici, mentre lo sterzo a servoassistenza elettrica beneficia di una risposta più diretta grazie alla riduzione del 7% del rapporto di demoltiplicazione.

Un nuovo deflettore

Quanto agli interni, spiccano la disponibilità di sedili anteriori modificati rispetto alla California T, così da beneficiare di un superiore spazio per le gambe degli occupanti degli strapuntini posteriori, di un deflettore in grado di ridurre del 30% la turbolenza nella guida en plein air e del climatizzatore potenziato, mentre l’impianto multimediale si avvale di un moderno display da 10,2 pollici. La Portofino è attesa su strada nel corso del 2018.

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