FCA: nel futuro 500 elettrica, mild-hybrid e il ritorno della Giardiniera

Anche Fiat dice addio al diesel ma da il benvenuto alle 500 mild-hybrid, elettrica e Giardiniera.
Durante l’assemblea degli azionisti di FCA, andata in scena il 1 giugno a Balocco, Sergio Marchionne ha svelato i piani futuri del Marchio per eccellenza del Gruppo FCA. Nei prossimi cinque anni (2018-2022) Fiat abbonderà anche lei definitivamente il motore a gasolio per fare spazio all’elettrificazione della gamma con varianti elettriche, ibride, plug-in e mild-hybrid. Una strategia necessaria, per andare incontro alle normative sulle emissioni sempre più stringenti, seppur sempre molto osteggiata da Marchionne per tentar di mantenere contenuti i prezzi di acquisto soprattutto delle auto cittadine.
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L’era dell’elettrificazione

Il tutto partirà con l’introduzione in gamma della 500 mild-hybrid (2019) e di una variante totalmente elettrica con motore unicamente a batteria (2020). A questa seguirà la 500 Giardiniera (2021), cioè una rievocazione della mitica Giardiniera in versione 5 porte allungata che tanto successo aveva riscosso nei lontani anni 60, sia in versione mild-hybrid che totalmente elettrica. A quanto ci è dato sapere molto probabilmente la nuova 500 elettrica, che potrebbe chiamarsi 500e oppure 500 Green, dovrebbe essere completamente ridisegnata dal punto di vista estetico senza però inficiare l’attuale esperienza d’uso ideale per l’ambito cittadino.

Occhio ai costi

Cambiamento meno invasivo, invece, per le due crossover della famiglia, la 500X e la 500L, che diventeranno solamente ibride senza ricevere il motore totalmente elettrico. Discorso analogo per la Panda che per rimanere un’utilitaria a basso costo privilegerà motorizzazioni endotermiche ma a basso impatto ambientale, tipicamente benzina o gas naturale, senza avvalersi della tecnologia elettrica o ibrida.

Premium in Italia

Ciò che è certo è che in Italia in futuro andranno a rimanere esclusivamente le produzioni delle auto a maggiore valore aggiunto, come le Alfa e le Maserati e alcune delle ibride, in quanto garantiscono il maggior margine di guadagno per ammortizzarne i costi produttivi superiori. Potrebbero, invece, quasi sicuramente essere decentrate all’estero le produzioni dei modelli meno costosi, vedi Fiat 500 e Panda, per contenerne i costi di produzione e aumentarne il profitto finale. Marchionne ha comunque confermato che dal 2022 gli stabilimenti italiani manterranno la piena capacità industriale.

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