22 May 2015

Land Rover Discovery Sport 2015, le nostre prime impressioni

Completamente riprogettata nel look e nella sostanza la versione equipaggiata col 2,2 litri td da 190 Cv è brillante in ogni situazione. Dotazione di livello e finiture all’ altezza del blasone...

INTRO

La prima sgambata ufficiale in Islanda è stata alquanto insolita per la nuova Discovery Sport, modello che apre un nuovo capitolo in casa Land Rover poiché avvia realmente la costituzione di tre famiglie di modelli, ovviamente ognuna con tante componenti. Anzi tantissime, visto che già lo schieramento della Discovery Sport è frutto dell’intreccio fra tre motorizzazioni e quattro allestimenti. Insomma, la differenziazione dell’offerta è una dei pilastri su cui poggia la nuova Land Rover per farso largo. Ovviamente, non è l’unico fattore su cui punta la Discovery Sport dato che porta alla ribalta tante novità, alcune delle quali esclusive - per esempio, l’air bag per i pedoni sotto il cofano motore - e altre sviluppate anche per le future consanguinee.

 

TECNOLOGICA
Insomma, è un modello con tanta sostanza che, se vogliamo, paga questa prerogativa nella parte iniziale della sua carriera solo rinunciando per qualche mese a uno dei tanti nuovi frutti sviluppati dal gruppo Jaguar Land Rover: i motori modulari Ingenium che saranno portati al debutto assoluto dalla berlina Jaguar XE e che, ovviamente, saranno tutti in regola con le norme Euro 6. In ogni caso, nei tratti distintivi della Discovery Sport spiccano l’innovativa scocca insieme a un’inedita architettura di sospensioni posteriori multilink per ottimizzare il comportamento sia su asfalto sia nell’off-road, la  più recente evoluzione del sistema Terrain Response, i sistema di infotainment con touchscreen integrabile con la connettività per le App In Control e l’head-up display. Inoltre, di serie o a richiesta secondo le versioni, ci sono anche tutte le più avanzate soluzioni per il sostegno alla guida come le sospensioni attive, all’incremento della sicurezza attiva e passiva e, infine, al confort. 
 
 
 
 
 

FAMIGLIA NUMEROSA

 Ma non è ancora tutto. Infatti, tutte le Discovery Sport possono montare il cambio automatico-sequenziale a 9 marce - è di serie solo sulla più potente del lotto - mentre alcune versioni lasciano la facoltà di optare per il sistema di trazione integrale Active Driveline, che distribuisce la motricità a tutte e quattro le ruote solo quando le necessità lo richiedono, al posto di quello a ripartizione variabile Efficient Driveline con giunto Haldex controllato elettronicamente. Infine, più avanti arriveranno anche varianti a due ruote motrici. Al debutto lo schieramento è composto dalle versioni td TD4 e SD4, spinte da un’unità di 2,2 litri che sviluppa nel primo caso 150 Cv e nel secondo 190 Cv, e dalla SI4 con un turbo a iniezione diretta benzina di 2 litri con 240 Cv. Tutte sono offerte negli allestimenti S, SE, HSE e HSE Luxury. I prezzi partono da 35.600 e arrivano a 56.100 euro.

BATTESIMO RUDE
Come accennato per la prima uscita della Discovery Sport è stato scelto un teatro impegnativo: quello innevato e ghiacciato dell’Islanda. Insomma, un terreno insidioso destinato a mettere in risalto quanto l’ultima nata a dispetto delle vesti eleganti e della versatilità propiziata da un’architettura che a fronte di una lunghezza che non supera i 4,60 metri permette anche di optare per un abitacolo configurato 5+2, rispetti in pieno il DNA del casato. Le condizioni meteo hanno persino interrotto la prova, causa una bufera di neve con raffiche di vento superiori ai 100 orari che ha azzerato la visibilità costringendo a una lunga sosta nel…deserto ghiacciato. Insomma, una condizione estrema che, tuttavia, ha messo in risalto quanto i lineamenti armoniosi e poco rudi celassero soluzioni destinate a sopportare “carichi” gravosi. Un esempio ? Il climatizzatore che ha sempre svolto bene il suo lavoro, i tergicristalli che pur appesantiti dal ghiaccio spazzavano l’ampio parabrezza (termico) con solerzia o, ancora, la perfetta tenuta di ogni guarnizione.

 

RASSICURANTE A proprio agio in un simile contesto, la Discovery Sport SD4 con cambio automatico a 9 marce e l’indispensabile ausilio, se non addirittura obbligatoria  presenza sulle strade islandese, di pneumatici chiodati e ovviamente delle modalità del Terrain Response ha poi sfoderato un comportamento efficace anche sui fondi ad “aderenza zero” muovendosi sempre agilmente. A completare il quadro hanno provveduto anche il bel feedback dello sterzo ad assistenza elettrico, le qualità dell’autotelaio e il rendimento del motore che si fa apprezzare più per l’elasticità più che per l’incisività. La nuova Discovery Sport si dimostra dunque agile, non troppo pesante e sempre sicura, grazie anche alle nuove sospensioni posteriori multilink che garantiscono, tra l'altro , un apprezzabile confort di marcia. Complessivamente poi, questa nuova generazione sembra davvero ben attrezzata, con le giuste coperture, per superare le difficoltà. E' sufficiente interpretare correttamente il tipo di fondo e tramite il Terrain Reponse optare la modalità più corretta: erba/ghiaia/neve/fango e solchi/sabbia.

A breve sarà possibile tornare a parlare della Discovery in altri test. Riguardano il comportamento sui fondi asfaltati e quelli dell’off-road DOC. Ovvero, la possibilità di guadare percorsi d’acqua profondi 60 cm e quella di superare irregolarità del terreno molto marcate, come promettono gli angoli di attacco, dosso e uscita che sono, rispettivamente, di 25°, 21° e 31°.

 

Intanto la Discovery Sport è arrivata al Centro Prove, nei due brevi clip, eccola impegnata nei primi test:

 

 

 

 

Nella pagina seguente, altri video HD...

 

 

 

 

 

VIDEO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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