di Mirko Rovida
26 March 2018

F1, Vettel batte Hamilton a Melbourne

Hamilton distrugge la concorrenza in qualifica ma paga l’impeccabile strategia Ferrari che porta Sebastian Vettel a vincere il GP d’Australia.

Sabato tocca a Lewis ma domenica sorride Seb

In questo primo, intensissimo weekend di Formula 1, la battaglia per il titolo tra Lewis Hamilton e Sebastian Vettel è cominciata fin da subito, già dalla conferenza stampa post-qualifiche del sabato. L’inglese durante il Q3 ha ottenuto una pole position strepitosa, demolendo il record della pista del circuito semi-permanente dell’Albert Park e, soprattutto, rifilando quasi sette decimi di secondo di distacco al duo inseguitrice della Ferrari. Ai giornalisti Lewis si è poi mostrato decisamente soddisfatto di quanto mostrato in pista e, riferendosi al rivale tedesco, non ha nascosto la soddisfazione nell’aver tolto il sorriso dal volto del ferrarista. La risposta di Vettel non si è fatta attendere e domenica, a fine gara, è stato proprio il tedesco a festeggiare di gioia sul gradino più alto del podio, proprio davanti ad un Hamilton visibilmente abbattuto e amareggiato per la vittoria sfumata. La sfida mondiale tra Vettel e Hamilton è dunque cominciata proprio come era iniziata lo scorso anno; sempre a Melbourne, infatti, nel 2017 Sebastian era stato in grado di vincere il GP partendo dietro al pilota della Mercedes, sopravanzandolo grazie all’ottima strategia della Ferrari durante la sosta ai box.
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Fortuna e strategia incoronano la Ferrari

Tra gli ingredienti chiave della gustosa ricetta Ferrari in Australia è facilmente riconoscibile il sapore dominante della strategia, unito a una spolveratina di fortuna che in questi casi è strettamente necessaria per rendere il piatto il più appetibile possibile. La scuderia di Maranello è stata abilissima nello sfruttare il vantaggio numerico dei propri piloti nell’assalto al campione del mondo della Mercedes. L’auto-eliminazione di Bottas nelle qualifiche, infatti, ha giocato un ruolo chiave nel successo della Rossa. Kimi Raikkonen, scattato secondo al via, ha condotto un ottimo primo stint di gara che ha messo Hamilton con le spalle al muro a causa della costanza e del ritmo del finlandese. Il britannico, dunque, una volta che Raikkonen si è diretto ai box per il proprio cambio gomme, è stato costretto a difendersi dall’undercut Ferrari adeguandosi alla strategia di Kimi nel giro seguente. Ciò ha permesso ai tecnici del Cavallino di provare qualcosa di diverso, invece, con la strategia di Sebastian Vettel, con il tedesco lasciato fuori in pista a condurre la gara ancora con le gomme usate. Dopo cinque giri la scelta della Ferrari ha pagato, perché il colpo di fortuna delle due Haas a bordo pista che ha causato il regime di Virtual Safety Car, ha in seguito regalato a Vettel la chiave della vittoria. Il tedesco è stato bravo a guidare al limite del delta time imposto dalla VSC, sfruttando la velocità ridotta degli avversari per effettuare il proprio pit-stop e scavalcando così Hamilton e Raikkonen dalla pit-lane, proprio com’era già accaduto lo scorso anno, sempre in Australia. A nulla sono serviti gli sforzi di Lewis Hamilton nel finale. Il campione del mondo non ha mai impensierito Vettel nel secondo stint di gara e alla fine si è dovuto accontentare del secondo posto sotto alla bandiera a scacchi.

Amarezza infinita per la Haas

Momento chiave del GP? Semplice: il duplice harakiri del team Haas che ha affondato la splendida gara di Magnussen e Grosjean lanciando la Ferrari di Vettel verso la vittoria. Il doppio errore dei meccanici della Haas nel momento dei due pit-stop ha dell’incredibile. Nessuno, alla vigilia del weekend, si sarebbe mai aspettato una Haas in grado di occupare tutta la terza fila in griglia e di ricoprire addirittura la quarta e la quinta posizione in gara prima della sosta ai box. Eppure, il team americano ha stupito l’intero Circus mettendo in pista due vetture in grado di mettere in difficoltà perfino le due Red Bull. Almeno fino alla sosta ai box. Un doppio unsafe release, un doppio bullone mal fissato. Uno a testa, a Magnussen prima e a Grosjean poi. La Haas ha visto in questo modo sfumare all’improvviso un potenziale di ventidue punti preziosissimi in soli due giri. A fine gara, nei box della scuderia l’amarezza è tanta, ma la reazione di Romain Grosjean, intento a consolare i meccanici visibilmente abbattuti, è giusta e ammirevole. Se la vettura si dimostrerà ancora così performante, il team avrà sicuramente altre opportunità per fare bene e stupire la concorrenza.

Inferno per Bottas

Merita una menzione, infine, il weekend amaro e incolore di Valtteri Bottas. Il finlandese è arrivato a Melbourne con l’arduo compito di aiutare Lewis Hamilton a confermare l’egemonia Mercedes anche in questo 2018 ma non è mai sembrato in grado di spalleggiare il compagno, né tantomeno di gareggiare ai livelli che gli competono. Durante le prove libere Bottas è sempre stato almeno mezzo secondo più lento del compagno e in qualifica è addirittura andato a sbattere contro le barriere nel Q3, danneggiando il cambio e pagando così una penalità che lo ha costretto a scattare dalla quindicesima posizione al via. In gara poi le cose non sono cambiate molto, perché, oltre al deludente ottavo posto ottenuto dal finlandese, Bottas non è mai sembrato in grado di tenere il passo di quelli davanti e anzi, ha faticato sin dal primo giro anche alle spalle di vetture decisamente inferiori alla sua Mercedes. Speriamo che per Bottas si sia trattato soltanto di un weekend no, perché, visti i valori in campo di oggi, la sua presenza al fianco di Hamilton sarà cruciale in futuro per determinare gli esiti di entrambi i campionati del mondo in palio in questa stagione.

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