di Mirko Rovida
17 September 2018

F1, Hamilton brilla a Singapore mentre Vettel non convince

Contro ogni pronostico Lewis Hamilton a Marina Bay è perfetto e porta il proprio vantaggio a 40 lunghezze. Vettel arriva sul podio ma esce sconfitto dal confronto con Verstappen.
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Pole position magica per Hamilton

A Singapore Lewis Hamilton ha trionfato senza rivali in un GP che non ha saputo regalare sorprese nelle posizioni di testa. Gran parte della vittoria dell’inglesino deriva da una pole position incredibile conquistata il sabato durante le qualifiche. Hamilton in Q3 ha tirato fuori dal cilindro una magia che, oltre a regalargli la prima posizione in griglia, ha distrutto il morale del rivale Sebastian Vettel. Un giro perfetto, che in molti tra gli addetti ai lavori ha ricordato le prodezze raccolte nella leggenda di Ayrton Senna. Per l’inglese questa pole position è valsa come una ciliegina poggiata sulla torta di un Campionato che, fino a ora, gli si sta dimostrando sempre più perfetto.

Vettel ci prova ma Verstappen rovina i piani della Ferrari

Non si può di certo dire che Sebastian Vettel si sia arreso dopo il terzo posto ottenuto in qualifica. Il tedesco, infatti, al via del Gran Premio si è dimostrato lucido e determinato, dimostrando voglia di fare bene dopo aver compiuto un bel sorpasso ai danni di Verstappen durante il primo giro. Purtroppo, il passo gara della Ferrari non si è rivelato veloce come gli uomini del Cavallino si aspettavano e per questo motivo il ferrarista è stato costretto a tentare la carta dell’undercut per sopravanzare il leader Hamilton ai box. La mossa di montare le Ultra-soft non si è però dimostrata efficace; le gomme a banda viola non hanno funzionato come avrebbero dovuto e Vettel si è ritrovato, inoltre, a perdere tempo rallentato dal traffico della Force India di Sergio Pérez. Un disastro per la Ferrari, che in quel modo non solo ha perso l’occasione per attaccare la Freccia d’Argento numero 44, ma si è anche vista sopravanzare ai box da un Max Verstappen deciso più che mai a riconquistarsi la seconda piazza. Per la Rossa oltre al danno, la beffa.

L’azione è tutta nelle retrovie

Là davanti il ritmo imposto dai top team non ha mostrato sorprese sino alla bandiera a scacchi. Per questo motivo la vera azione in pista si è spostata nelle retrovie, dove Pérez e Sirotkin si son resi protagonisti di un duello esasperato conclusosi con una manovra di frustrazione compiuta dal messicano nei confronti del pilota della Williams. Per Sergio Pérez si è trattato di una gara da dimenticare, poiché, oltre ad aver buttato fuori il compagno di squadra Ocon alla prima curva, l’episodio sopracitato gli è costato un rientro ai box forzato e un Drive Through di penalità che, di fatto, gli hanno rovinato definitivamente la corsa. Peccato, perché a sorpresa la Force India aveva dimostrato di andare molto forte sulle strade di Marina Bay. Da segnalare anche il bel duello tra Pierre Gasly e Charles Leclerc. I due hanno messo in scena una lotta che con tutta probabilità è stata un assaggio di cosa questi due giovani talenti saranno in grado di offrire l’anno prossimo dopo le rispettive promozioni in Red Bull e Ferrari. A prevalere tra i due a Singapore è stato un ottimo Leclerc, anche grazie a una Alfa Romeo Sauber che si è dimostrata abbastanza competitiva nei confronti della concorrenza e che ha consentito al monegasco di concludere il GP al nono posto.

Hamilton poggia una mano sul titolo

Con la quarta vittoria conquistata nelle ultime cinque gare, Lewis Hamilton ha portato a ben 40 punti il vantaggio nei confronti del rivale Sebastian Vettel nella lotta al titolo mondiale. Un divario enorme, che consente all’inglesino di poggiare qualche dito sul quinto titolo iridato. Tuttavia, non tutto è perduto per il ferrarista, il quale riesce comunque a rimanere padrone del proprio destino. Da qui al finale di Abu Dhabi mancano sei Gran Premi, a partire dal prossimo GP di Russia. Sebastian Vettel vincendo tutte le rimanenti gare si laureerebbe matematicamente campione del mondo indipendentemente dai risultati ottenuti da Hamilton. La Ferrari ha il potenziale per riuscirci ma il tedesco, che sa benissimo di essere il peggior nemico di se stesso, da qui in avanti dovrà far pace con la propria testa se vorrà tentare qualcosa che ormai sembra rasente all’impossibile.

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