Il portellone viene montato con una sola cerniera centrale nella parte superiore ed è piuttosto pesante, ma a sostenerlo ci pensano due efficaci staffe telescopiche a bloccaggio automatico prelevate dalla grande serie. Di disegno non particolarmente omogeneo (curvo nella parte superiore, scantonato in quella inferiore), esso dà accesso a un vano più capiente e soprattutto fruibile di quello di serie, favorito anche dal divanetto posteriore abbattibile, soluzione che regala un piano di carico piatto e regolare, dalle dimensioni vicine a quello della Mini Traveller, versione già in produzione dal 1960. Oltre al portellone, la “Marples Mini” presenta una serie di equipaggiamenti sperimentali di sicurezza, con buona probabilità montati in Austin già prima della cessione al Ministro, e tuttora conservati. Esternamente, il portellone ha una sagomatura per la targa molto estesa per ospitare un inedito porta targa maggiorato, che monta ai lati due plafoniere per aumentarne la visibilità in luogo dell’unica centrale all’epoca montata in basso, dove su questo esemplare troviamo la maniglia di apertura del portellone, prelevata dalla produzione BMC.
Su entrambi i paraurti spiccano rostri e cantonali cromati; all’anteriore, oltre a inediti indicatori di direzione sui parafanghi, trovano posto anche nuovi ripetitori di color arancio sugli spigoli anteriori, di provenienza Rover P5, ad affiancare i consueti indicatori circolari bianchi che qui fungono unicamente da luci di posizione (solitamente assolvono a doppia funzione posizione/direzione). Sulle porte infine, troviamo le maniglie di apertura esterne montate al contrario, per prevenire eventuali “agganci” accidentali all’impermeabile di qualche pedone. All’interno, oltre al già citato sedile abbattibile, tra gli accorgimenti per la sicurezza troviamo le cinture di sicurezza anteriori a tre punti con arrotolatore e una serie di imbottiture per attutire eventuali urti dei passeggeri: lungo tutto il perimetro del cielo (eccetto sul portellone), sul bordo della mensola portaoggetti sotto il cruscotto e sul pannellino rettangolare che copre il riscaldatore.
La rinascita Il Ministro tiene la vettura fino al 1974, anno in cui la cede in permuta per acquistare una Renault 5 nuova (al portellone non si rinuncia!), così la Hatchback passa di mano diverse volte, rimanendo a lungo ferma e finendo pure tra le grinfie di un ragazzotto che la elabora maldestramente secondo le mode del periodo. La salvezza arriva negli anni 90, quando viene scovata per caso da un appassionato che, nonostante le “personalizzazioni”, riconosce il prototipo pubblicato anni prima dai tabloid col ministro Marples alla guida. Dopo un “corteggiamento” lungo e serrato riesce ad entrare in possesso della vettura e a riportarla alle condizioni originali attra verso un meticoloso restauro che cerca di salvare tutto il salvabile, essendo alcuni componenti specifici e quindi difficili da rimpiazzare.