Elettriche: con Enel X in arrivo 2.500 colonnine di ricarica

Il progetto porterà alla realizzazione di ben 2.500 nuove colonnine entro la fine del 2018 per poi provare a raggiungere la quota delle 14.000 nuove unità entro la fine del 2022.
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Il programma, lanciato nel 2017 e che terminerà nel 2022, prevede la posa di circa 7.000 colonnine entro il 2020 per arrivare a 14.000 nel 2022, con un investimento tra i 100 e i 300 milioni di euro. Un progetto ambizioso che segue gli accordi già presi da Enel con l’Associazione Porti Italiani (Assoporti), per l’istallazione di circa 300 punti di ricarica presso i porti di rilievo nazionale, e quelli firmati con l’Associazione Comuni Bandiera Arancione, per la realizzazione di una rete di ricarica nei 227 comuni insigniti della Bandiera Arancione dal Tci. Con un raggio d’azione così ampio la futura rete di ricarica italiana sarà composta da colonnine Quick (22 kW) nelle aree urbane e Fast (50 kW) e Ultra Fast (150 kW), per la ricarica veloce, in quelle extraurbane. Una diffusione a macchia d’olio che andrà a sostegno della rete di ricarica extraurbana, finanziata dal progetto EVA+, che prevedeva l’installazione, in tre anni, di 180 punti di ricarica lungo le tratte extraurbane italiane.
Dopo un primo avvio un po' lento, da diesel usando un gergo automobilistico, la messa in opera degli accordi siglati sembra essere andata a buon fine, arrivando persino a rispettare le promesse di ben 2.500 nuove colonnine installate entro la fine del 2018 e distribuite su tutto il territorio nazionale. A confermarlo è lo stesso amministratore delegato di Enel X, Francesco Venturini, che alla tavola rotonda "Energia, innovazione, sostenibilità" di Roma ha sottolineato le difficoltà iniziali, ha rimarcato la mancanza di sussidi pubblici e ha riconfermato l’obiettivo finale pur ritenendolo abbastanza audace. Lo stesso amministratore delegato ha confermato che il piano di messa in posa è ormai a regime con ben 40 colonnine a settimana che entro novembre diventeranno 150 a settimana. Tutte colonnine oltretutto da 22 kW che verranno affiancate da una ristretta cerchia, circa 200 postazioni, di colonnine Fast da 50 kW e dalla prima stazione italiana ultrarapida firmata Ionity.
Ma un nodo molto importante in Italia è ancora da sciogliere. La questione sulle colonnine V2G (Vehicle-To-Grid) ovvero la tecnologia che consente di integrare le elettriche nella rete, non solo per stabilizzarla ma anche per permettere ai proprietari di rivendere energia alle utility grazie ad apposite colonnine bidirezionali. Attualmente in Italia la burocrazia non permette ancora l’utilizzo di questa innovativa tecnologia ma alcuni costruttori si stanno già portando avanti, primo fra tutti Nissan che ha già presentato la nuova Leaf, una vettura elettrica capace di rispondere pienamente con questo nuovo standard. Sia per Bruno Mattucci, ad di Nissan Italia, che per Luigi Michi, responsabile Strategia e Sviluppo e Dispacciamento di Terna, il V2G è un’ottima opportunità sia per il cliente, che per la rete che per l’utente finale.

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