Criticare le condizioni delle strade italiane è un po’ come sparare sulla Croce Rossa, fatto sta che, qualche mese fa, alla guida di una Mini Paceman Cooper SD, mi è capitato di danneggiare irreparabilmente uno pneumatico dopo un “testa a testa” con una “voragine” nel manto stradale di una strada tutt’altro che secondaria. Da un lato devo solo ringraziare gli pneumatici run-flat che mi hanno evitato di dover armeggiare ai lati della strada con crick, chiave inglese, bulloni , ecc, ecc, dall’altra mi interrogo sull’utilità di pneumatici 225/40-19 su una macchina che col mondo delle corse ha davvero poco in comune. E’ vero, stiamo parlando di ruote optional alle quali si può benissimo rinunciare, ma la tendenza oggi è comunque quella di montare pneumatici sempre più grossi e ribassati anche su vetture non esattamente sportive.
Credo si tratti di una scelta dettata in buona parte da motivi estetici, perché dal punto pratico oserei dire che gli svantaggi prevalgono nettamente sui vantaggi. Prima di tutto costano di più, poi, avendo caratteristiche più sportive, sono più rumorosi, impiegano mescole più morbide, quindi durano meno e, soprattutto, riducono parecchio il confort sullo sconnesso, oltre a essere, come anticipato, più vulnerabili in presenza di fondi stradali accidentati.
E’ assurdo pensare come gli sforzi dei progettisti per migliorare il comportamento delle sospensioni sullo sconnesso vengano vanificati dagli pneumatici ultra-ribassati, soprattutto quando di fatto non offrono vantaggi tangibili. E, a chi sostiene che le gomme super-ribassate esaltano la sportività e il dinamismo delle vetture, rispondo se abbiano mai visto da vicino le gomme delle Formula 1. Forse pneumatici dalla spalla così alta oggi li montano solo alcune Suv, anzi, più che altro i fuoristrada, visto che l’ultima Suv che ho guidato era una Range Rover Sport equipaggiata con pneumatici 255/55-20.
