Corbellati Missile: 1.800 CV per superare i 500 km/h

L'hypercar biposto italiana punta a entrare nella storia asfaltando qualsiasi precedente record.
Alla kermesse svizzera abbiamo assistito alla nascita di una nuova super creatura divora record. Si tratta del nuovo missile terra-aria progettato e sviluppato dalla Corbellati, un'azienda di gioiellieri italiani, da poco entrata nel mondo automotive, che punta a dare vita all'auto più veloce al mondo. Nome in codice Corbellati Missile, nessun altro nome poteva essere più azzeccato e rievocativo, la nuova biposto italiana è stata progettata interamente dai due giovani rampolli della famiglia Corbellati e verrà assemblata a mano per ottenere la stessa qualità certosina che di solito si ritrova nella gioielleria.
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Questione di leggerezza

Fin dal primo sguardo non si può non pensare alle sportive biposto del passato. Il suo stile retrò, la silhouette allungata e sinuosa e le linee morbide e aerodinamiche riportano la nostra mente indietro di parecchi anni. Sotto pelle però è tutt'altro che "antiquata", a farne da padrone è il carbonio, utilizzato tanto per il telaio quanto per la carrozzeria, a cui si affianca l'alluminio per i supporti motore e le sospensioni. Sospensioni che non potevano non essere a doppi quadrilateri sovrapposti con ammortizzatori pneumatici ad aria controllati elettronicamente per garantire un assetto autolivellante che non influisca sull'aerodinamica.

Numeri da capogiro

A spingere l'hypercar italiana ci penserà un mastodontico motore prodotto dalla Mercury. Il V8 biturbo da ben 9.0 litri, posizionato subito dietro i sedili, sarà in grado di sprigionare la vertiginosa potenza di 1.800 CV a 5.000 rpm e la spaventosa coppia di 2350 Nm già da 1.750 rpm. Tale surplus di prestazioni sarà scaricata a terra grazie al cambio manuale a 6 rapporti e alla semplice trazione posteriore corredata però di differenziale autobloccante. Un motore esagerato penserete voi ma la Corbellati Missile ha l'obiettivo di superare la soglia dei 500 km/h!

Fende l'aria

Naturalmente un obiettivo simile non può essere raggiunto puntando unicamente sulla forza bruta 8 i cavalli motore) ma ogni aspetto va curato con cura fin nei minimi dettagli. Proprio per questo l'hypercar italiana fatta a mano ha saputo non solo contenere il più possibile il peso totale grazie all'utilizzo del carbonio, facendo fermare l'ago della bilancia a soli 1.500 kg, ma è stata in grado anche di realizzare un profilo aerodinamico attivo e dinamico che fosse in grado di ridurre al minimo le resistenze aerodinamiche. L'ampio spoiler anteriore, il fondo piatto e l'estrattore posteriore concorrono al giusto mix tra carico aerodinamico e resistenza all'avanzamento.

Morde l'asfalto

Infine, con l'obiettivo di raggiungere prestazioni simili, anche l'impianto frenante non poteva essere da meno. Le pinze monoblocco a sei pistoncini stringeranno la presa su quattro giganteschi dischi carboceramici da 396x36 mm e l'assetto pneumatico saprà adattare l'altezza da terra in base all'utilizzo tra 7 e 20 cm. Concludiamo dicendo che purtroppo questo cacciabombardiere non è ancora in vendita!

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