04 August 2014

Cesana Sestriere 2014: è qui la festa!

Per raccontare meglio il fenomeno delle gare in salita abbiamo partecipato, al volante di una Alfa Romeo Giulietta SS della Scuderia del Portello, alla 33^ edizione della Cesana-Sestriere, classicissima valida per il Campionato Europeo e Italiano Autostoriche

Cesana sestriere 2014: è qui la festa!

In questi tempi grami per il motorsport le gare in salita sono una sorta di isola felice nell'automobilismo. Sia per vetture moderne sia per le storiche, che prendiamo in esame nello specifico rimandando al prossimo futuro una puntata tra le moderne. Infatti, mentre negli autodromi le griglie di partenza sono sempre più sparute, gli schieramenti di partenza delle gare in salita fanno il pieno, spesso con oltre duecento vetture al via. Come alla Cesana-Sestriere. Il motivo è presto detto: i costi per la partecipazione ad una gara in salita sono decisamente inferiori, sia a livello di iscrizioni sia di gestione della vettura, perchè c'è meno esasperazione e, ovviamente dato il chilometraggio inferiore, meno usura, meccanica e di pneumatici. Ma non solo. L'ambiente, per come lo abbiamo percepito personalmente, è decisamente più rilassato. La passione viene vissuta in modo sano, senza alcuni eccessi che spesso si vedono nelle gare in circuito, probabilmente anche perchè qui non c'è contatto “diretto” tra i piloti. Insomma, come dovrebbe essere lo spirito delle gare per autostoriche, pur con la competizione e la voglia di migliorare la propria performance. Inoltre, i percorsi solitamente sono belli e vari, perchè praticamente disegnati dalla natura invece che dal goniometro di un ingegnere. E per finire, ma non certo ultimo in ordine di importanza, il contatto con la gente. Tanta! Quella che passeggia tranquillamente tra le vetture ferme nell'occasionale paddock, normalmente strade e piazzali nel paese di partenza, chiedendo informazioni e scattando foto ricordo, e quella assiepata lungo il percorso che indubbiamente fa piacere ai piloti invece delle tribune desolatamente vuote dei circuiti. E' quanto abbiamo percepito nei due giorni in cui abbiamo partecipato alla 33^ edizione della Cesana-Sestriere, raccogliendo l'invito di Marco Cajani, presidente della Scuderia del Portello, che in onore del 60° compleanno della Giulietta ci ha offerto la guida di una vettura davvero speciale: la Alfa Romeo Giulietta 1.3 SS (Sprint Speciale).

Occasione imperdibile

Ancora oggi le sue linee, tracciate da Franco Scaglione, lasciano senza fiato. Tanto che dopo averle ammirate non ho difficoltà ad ammettere che il colpo di fulmine possa avvenire davvero. Nell'idea del suo creatore la Giulietta Sprint Speciale, normalmente sintetizzata in SS, incarna lo spirito di una vettura da competizione, tanto che nel disegno originale non sono presenti i paraurti e il frontale è proteso in avanti quasi a voler fendere l'aria, da qui anche il soprannome di “squalo”, mentre la coda è lunga e rastremata. La parte telaistica e meccanica, invece, non si discosta molto dalla Giulietta Sprint di serie, ma nonostante i soli 100 cv erogati dal bialbero 1.3 grazie alla esasperata ricerca aerodinamica la vettura di Bertone era in grado di raggiungere i 200 km/h. Un risultato sbalorditivo per l'epoca, che fa della SS una delle migliori gran turismo del suo periodo. Nello specifico, la Giulietta SS che abbiamo avuto modo di pilotare, fa parte di una ristretta serie di sette vetture speciali alleggerite, con portiere e cofani in alluminio, realizzate nel 1959 dalla Casa del Portello. Quindi, un'occasione imperdibile, ma anche un grande responsabilità perchè in caso di danni non ci sarebbe rimasto che un onorevole... harakiri!

Gara prestigiosa

La gara, organizzata dall'Automobil Club Torino e giunta alla 33^ edizione, è una classicissima delle cronoscalate. Il 6 agosto 1961, anno delle celebrazioni per il centenario dell'Unità d'Italia, prende il via la prima edizione di una lunga storia sportiva suddivisa in due periodi. Il primo, fino al 1973, nel quale si alternano sul podio nomi di grandi campioni come Scarfiotti, Merzario, Barth, Stommelen, e prestigiose marche automobilistiche quali Maserati, Ferrari, Porsche, Abarth. Alla ripresa, nel 1981, sono le vetture Sport a farla da padrone, con i tempi che calano vertiginosamente e il toscano Mauro Nesti che firma per ben nove volte la vittoria, mentre Andres Vilarino stabilisce nel 1992, anno dell'ultima edizione “moderna”, il tempo record di 4'32”68. Quindi, dal 2007 la manifestazione torinese è ripartita con le Autostoriche, mantenendo inalterato il proprio blasone che anche quest'anno ha richiamato 150 piloti da tutta Europa. Ai quali si sono aggiunti i 70 partecipanti al concorso dinamico di eleganza “Experience” dedicato alla memoria di Gino Macaluso.

Roba da pelo

Il tracciato della Cesana-Sestriere, che dai 1.300 mt di Cesana Torinese si arrampica fino ai 2.035 mt dell'arrivo posto al Sestriere, lungo un percorso di 10,400 km disseminati di 42 curve, è di quelli da piloti “veri”. Innanzitutto vi sono solo tre tornanti a spezzare il ritmo di un percorso caratterizzato da curve medio veloci, molte delle quali in sequenza dove occorre pennellare la traiettoria e far “correre” la vettura. A patto di conoscerlo bene! Noi invece ci abbiamo fatto solo due ricognizioni con la vettura stradale per... andare in albergo al Sestriere e una salita ufficiale il sabato, avendo rinunciato alla seconda disturbata dalla pioggia. E non mancano pure alcuni punti spettacolari e caratteristici, come il dosso che preso in pieno fa saltare la vettura sulle quattro ruote e il passaggio nella stretta strada che attraversa il paesino di Champlas du Col, opportunamente rallentato da due varianti artificiali. Insomma, davvero un gran bel tracciato, a patto di dimenticarsi di muri, rocce, muretti e burroni senza fondo protetti da guard rail che sembrano solo appoggiati.

La prima volta

Cosa non del tutto facile per chi, come il sottoscritto, è abituato a correre in pista e per la prima volta affronta uno scenario simile. Per giunta avendo provato poco il percorso, quindi con il punto interrogativo che si accende prima di alcune curve cieche che inviterebbero ad entrare in pieno ma non si sa cosa c'è dopo, e soprattutto con la responsabilità di portare la Giulietta SS perfettamente intonsa fino al traguardo. A complicarci la vita ci si mettono anche gli pneumatici Dunlop Racing particolarmente sensibili ad ogni asperità del fondo stradale e il rapporto al ponte 9/41, quello per la pista di Monza (!), quindi non certo ideale per una strada tortuosa di montagna dove la pendenza non scherza. Peraltro, essendo preparato per le gare in pista il magico bialbero del Biscione sopra i 5.000 giri canta come un violino e spingere con brio, ma sotto i 3.500 giri è come un basso con tre corde rotte col risultato che la Giulietta arranca in salita come un mulo sovraccarico. Problema non da poco, anche perchè la consegna ci impone il “limitatore” non oltre quota 6.500 giri/min, perciò non possiamo sfruttare più di tanto la seconda marcia. Comunque ci adattiamo e cercando di sfruttare tutto al meglio riusciamo pure a toglierci una bella soddisfazione in gara cogliendo il primato di classe. Mica male per la prima volta in salita. Ma soprattutto la “Giuliettina” è perfettamente integra e lei, mentre la riportiamo al paddock a valle è tutta scoppiettante. Crediamo sia il suo modo per farci capire quanto si sia divertita.

Per la cronaca, la gara è stata vinta da Stefano di Fulvio, che al volante della sua Osella PA9/90 ha chiuso la sua prova in 4'40”06, un crono davvero eccezionale se pensiamo che ha sfiorato il record assoluto di soli 8 secondi pur con le tre varianti di rallentamento. Per maggiori dettagli sulla gara e sulla nostra esperienza vi rimandiamo al numero di Automobilismo d'Epoca di agosto, in edicola tra pochi giorni, nel frattempo potete gustarvi questo video on board.

Le ultime news video

© RIPRODUZIONE RISERVATA