Brembo: 10 anni di evoluzione nei freni delle Formula Uno

Dal 2008 al 2018 gli spazi di arresto si sono ridotti del 22,2% e le tempistiche sono diminuite del 15.5%.
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Non c’è niente da fare, la Formula Uno è la massima espressione del livello tecnico e ingegneristico attualmente raggiunto nel Motorsport e in tutta la filiera automotive. Una categoria talmente in continua evoluzione da riuscire a stravolgere completamente una vettura anche solo tra l’inizio del campionato e la sua fine.

Sviluppo continuo e infinito

Negli ultimi dieci anni (2008-2018) ogni componente di queste monoposto si è evoluto in modo assurdo, arrivando a garantire performance neanche minimamente immaginabili. Tra questi componenti vi è anche l’impianto frenante che dal 2008 ad oggi ha visto l’introduzione in primis del sistema Brake By Wire e in secundis di numerosi altri affinamenti che ne hanno sempre più accentuato le performance. Il peso delle pinze freno è stato ridotto di circa il 15%, i fori per la dissipazione del calore sono passati da 200 a 1.400, l’energia smaltita dalle pastiglie è cresciuta del 10% e le temperature di utilizzo hanno raggiunto praticamente i 1.000° centigradi.

Dati sbalorditivi

Ma ciò che sconvolge ancora di più sono i dati estrapolati dal confronto tra il GP del Canada del 2008 e quelli dello stesso GP di quest’anno. Se nel 2008 servivano in media 113 metri per una frenata, ora ne servono solamente circa 88 metri cioè il 22,2% in meno; anche il tempo per rallentare è stato ridotto con un dato medio minore di circa il 15,5% rispetto al 2008; mentre ad esser cresciuta è la forza d’azionamento (pressione sul pedale) che viene richiesta ai piloti per eseguire queste intense frenante: si è passati dai 129 kg del 2008 ai 134 kg di quest’anno. Chiudono il cerchio i dati relativi alle decelerazioni cioè i G ai quali i piloti vengono sottoposti durante le frenante. Bene, se nel 2008 i piloti erano già schiacciati da una media di 4,2 G di decelerazione, oggi la stessa frenata comporta una decelerazione di 4,8 G.

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