Il fondatore della casa automobilistica Bmw era nazista e non «una vittima» come aveva fatto credere alla fine della guerra. A rivelarlo uno studio commissionato dai nipoti di Gunther Quandt e che doveva essere «un esercizio di apertura e trasparenza». Quando l’industriale e fondatore Günther Quandt dopo la guerra si trovò davanti al tribunale per difendersi dalle accuse di nazismo, rispose affermando di esser stato “a lungo vittima del governo nazista, nel modo più pesante e assoluto”.
In realtà Quandt fu davvero arrestato e perseguito dai nazisti in più riprese dopo la presa di potere del 1933. Non solo lo stesso gerarca nazista Joseph Goebbels lo considerava un pericoloso e ricco plutocrate reazionario come risulta dai suoi diari. Le vicende familiari con Goebbels son intrecciate tanto è vero che Günther Quandt sposò in seconde nozze il 4 gennaio 1921 a Bad Godesberg, Magda Ritschel. Magda aveva la metà degli anni di Günther e il matrimonio si concluse con un divorzio nel 1929. Due anni dopo Magda sposò proprio Joseph Goebbels, con Adolf Hitler come testimone di nozze.
Nel 1937 Hitler lo nominò Wehrwirtschaftsführer, un titolo dato agli industriali che ricoprivano un ruolo determinante nell'economia di guerra nazista. In quell'epoca le aziende del gruppo Quandt fornivano all'esercito tedesco munizioni, fucili, pezzi di artiglieria e batterie. Non è ovviamente una prerogativa del gruppo Quandt; in Germania così come in tutti i paesi coinvolti in guerra (Inghilterra, Francia, Italia..) l'appoggio dell'industria pesante all'esercito è un dato di fatto.
Nel 1946, a guerra ormai conclusa, Günther Quandt fu arrestato e incarcerato per i suoi rapporti con Goebbels. Tra la sorpresa di molti fu giudicato solo un mitläufer, ovvero uno che aveva accettato l'ideologia nazista, ma che non aveva avuto parte attiva nei crimini commessi. Nel gennaio 1948 venne rilasciato, il suo ruolo definito “marginale” e la sua immagine ripulita. Eppure il fatto di essersi sempre dichiarato come un “perseguitato” dai nazisti appare ora una innegabile bugia.
Fonte: http://www.zeit.de