30 September 2014

BMW 420d Coupé Sport, la nostra prova

Bella da vedere ma soprattutto da guidare l’erede della Serie 3 Coupé. Che con il “piccolo” 2 litri a gasolio se la cava bene, anche se il timbro del 4 cilindri è un po’ troppo presente. Confortevole ma sempre veloce....

INTERNI

Si chiama Serie 4 ma in realtà si tratta dell’erede naturale della Serie 3 Coupé, anche se la nuova nata si propone con un’immagine ancora più sportiva, sottolineata dalla maggiore larghezza, dalle carreggiate più larghe e dall’altezza ridotta, per non parlare del baricentro, più basso addirittura di 50 cm, un vero e proprio record in casa Bmw. Non che la “vecchia” fosse impacciata o poco gratificante alla guida, ma la Serie 4 congiunge ancora meglio sportività con confort di marcia. Questo però solo dopo aver scelto due accessori fondamentali: cambio automatico e sospensioni a controllo elettronico. Ma attenzione a non farsi ingolosire dalla ricchissima lista degli optional, altrimenti si rischia superare i 63.000 euro dell’esemplare in prova.

In allegato in alto il listino pdf.

INTERNI
La prima impressione appena seduti al posto di guida è quello di essere sulla Serie 3, ma la seduta più bassa e il braccetto che porge la cintura di sicurezza rimandano immediatamente all’universo delle coupé. Come da copione, i sedili sportivi, insieme al volante a 3 razze dalla generosa imbottitura e alla pedaliera infulcrata verso il basso, ribadiscono la sportività di questa vettura, che può contare anche sui comandi del cambio replicati dietro le razze del volante, oltre alla leva sul tunnel che, per l’utilizzo manuale della trasmissione, prevede una logica ispirata al mondo delle corse: si tira in avanti per scalare e si spinge indietro per salire di rapporto.

Nel quadro strumenti manca la temperatura dell’acqua ma c’è quella dell’olio, mentre sul tunnel, a sinistra della leva del cambio, si trova ora un cursore per selezionare vari programmi di guida, da quello denominato Eco Pro per una taratura dei sistemi più attenta ai consumi allo Sport+ che ottimizza il comportamento della vettura in funzione della guida sportiva appunto, disattivando il controllo di trazione ma non quello di stabilità, che può comunque essere escluso servendosi dell’apposito pulsante.

Se davanti l’abitabilità è buona, come del resto nel caso della Serie 3 berlina e Touring, dietro i 2 sedili separati sono scavati a livello dei cuscini per ricavare un po’ di spazio supplementare in altezza, anche se per i passeggeri di statura superiore alla media sfiorare il padiglione con la testa è tutt’altro che raro. Congenito con il concetto di coupé è poi il disagio nell’accedere ai posti dietro, in parte risolto dai sedili che avanzano elettricamente servendosi dei tasti posizionati nella parte superiore degli schienali.

Nonostante la sua vocazione sportiva, la Serie 4 Coupé offre uno spazio per i bagagli non troppo distante da quello della berlina, che può essere ulteriormente ampliato reclinando gli schienali dei sedili, anche in modo frazionato. Dal punto di vista delle finiture nessuna critica per quanto riguarda gli interni, realizzati con materiali di pregio e assemblaggi sempre precisi, mentre la carrozzeria presenta luci un po’ troppo ampie tra cofano motore e parafanghi. Priva di imperfezioni la verniciatura.

 

VIDEO SERIE 4 COUPE'

 

 

 

 

 

 

 

 

 

TECNICA

Già analizzando le misure “vitali” si può notare la volontà di conferire un maggiore dinamismo rispetto alla Serie 3 Coupé, a partire dalle carreggiate, aumentate di 45 e 80 mm rispettivamente davanti e dietro, passando per la riduzione di 10 mm dell’altezza, per arrivare fino alla misura del baricentro inferiore ai 500 mm, un valore tra i più bassi delle Bmw di produzione. Lo schema delle sospensioni, in gran parte realizzate in alluminio per ridurre le masse non sospese, è lo stesso della nuova Serie 3, ma molle, ammortizzatori e cinematica degli assi sono stati modificati per rendere ancora più dinamica la coupé bavarese.

 

 

STERZO
Anche perché, sempre nel confronto con la Serie 3 berlina, lo spostamento dei bracci tiranti determina un abbassamento del centro di rotolamento di 19 mm. Nella dotazione di serie figura ora anche lo sterzo elettro-meccanico Servotronic che modifica la taratura del servosterzo in funzione della velocità, mentre a richiesta viene offerto lo sterzo variabile sportivo che modifica il rapporto di demoltiplicazione dello stesso in funzione dell’entità della sterzata. Le pinze dei freni anteriori fisse in alluminio stringono dischi auto ventilanti, presenti anche al retrotreno ma associati a pinze flottanti.

POTENZA
La scocca completamente diversa rispetto a quella della precedente 3 Coupé è stata realizzata seguendo il concetto di lightweight, che ha consentito di aumentarne la rigidità, per esempio del 60% nel modulo anteriore, contemporaneamente con una riduzione che arriva in alcune versioni fino a 45 kg. Sotto il cofano della 420d si trova il 2 litri td 4 cilindri già montato su gran parte delle vetture della gamma Bmw, in questo caso nella declinazione da 184 Cv di potenza massima e 38,7 kgm di coppia sviluppati da 1.750 a 2.750 giri.

Rispetto al passato è stato modificato nell’architettura delle camere di combustione, oltre che nel sistema di sovralimentazione, sempre con turbo a geometria variabile, ma dalla pressione più alta ed è stato rivisto nelle parti in movimento nell’ottica della riduzione degli attriti e di conseguenza dei consumi. Ulteriormente ottimizzati selezionando il programma Eco Pro, che regola in modo mirato la mappatura caratteristica del pedale dell’acceleratore e gestisce in modo più razionale l’impianto di climatizzazione. Questo programma è ora integrato dalla funzione “sailing” (comunque disattivabile) che, a velocità comprese tra 50 a 160 km/h, separa la catena cinematica facendo procedere la vettura come se fosse in folle in fase di rilascio. 

 

La 420d Coupé in alcuni brevi filmati durante i test al banco:

 

 

 

 

 

MOTORE
Ciclo Diesel, anteriore longitudinale, Euro 6, 4 cilindri in linea, 5 supporti di banco. Distribuzione bialbero in testa, 16 valvole. - Monoblocco in ghisa, testata in lega leggera. - Raffreddamento a liquido. - Alimentazione a iniezione diretta common rail, turbocompressore a gas di scarico, intercooler. - Catalizzatore ossidante. - Potenza max 184 Cv (135 kW) a 4.000 giri/ min. - Potenza specifica 92,2 Cv/litro 67,7 kW/litro). - Coppia max 38,7
kgm (380 Nm) da 1.750 a 2.750 giri/ min. - Cilindrata 1.995 cc; alesaggio 84,0 mm; corsa 90,0 mm. - Circuito di raffreddamento 7,0 litri; olio motore 5,2 litri. Alternatore 175 A, batteria 90 Ah.
 
TRASMISSIONE 
Trazione posteriore. Cambio automatico a 8 marce.
 
CONDIZIONI DEL TEST
 
Temperatura 20,7° C
Pressione 994,2 hpa
Umidità 66,7%
Pneumatici Bridgestone Potenza S 001
ant. 225/45 R 19 89 Y; post. 255/35 R 19 92 Y
 
POTENZA MASSIMA RILEVATA:
 
al motore:  Cv 190,5 a 4.320 giri/min
alle ruote: Cv 148,7 a 4.000 giri/min
 
COPPIA MASSIMA RILEVATA
 
kgm: 37,5 a 2.050 giri/min

 

 

 

SU STRADA

Che sia diventata ancora più sportiva rispetto alla precedente Serie 3 lo si intuisce già osservandola all’esterno, ma anche alla guida la nuova coupé Bmw si dimostra più gratificante. Non tanto per quanto riguarda le prestazioni, già ai vertici della categoria in passato, quanto soprattutto in relazione al comportamento stradale. La Serie 4 è infatti rapida nell’impostazione della traiettoria quanto la precedente Serie 3 Coupé ma, una volta in appoggio, mostra una tenuta di strada ancora maggiore.

Soprattutto selezionando il programma di guida Sport che, intervenendo anche sulla taratura delle sospensioni, contrasta parecchio il rollio, anche nella guida più spigliata. Il sottosterzo non arriva poi mai a vanificare la perfetta distribuzione del peso sui due assi, che si riflette in reazioni sempre molto equilibrate e facili da interpretare. Una volta in appoggio, nelle curve più strette si può poi far scivolare leggermente la coda sotto la spinta degli oltre 37 kgm di coppia rilevati, ma solo in Sport, perché in modalità standard l’elettronica è calibrata per garantire sempre la massima sicurezza.

FRENI
Un fattore quest’ultimo ribadito dall’efficacia dell’impianto frenante, garante di spazi di arresto molto brevi ma un po’ a disagio solo in città, quando è necessario un dosaggio molto preciso della pressione sul pedale per evitare decelerazioni superiori alle aspettative. Esalta il piacere di guida il cambio automatico a 8 marce che, nonostante sfrutti il classico convertitore di coppia, diventa molto secco e sportivo negli innesti in manuale, mentre con il selettore in Drive il lieve slittamento nei passaggi di marcia lo rende più fluido e confortevole rispetto ai doppia frizione di ultima generazione.

Peccato solo che il timbro un po’ troppo presente del 4 cilindri turbodiesel, avvertibile soprattutto a freddo e piena accelerazione, comprometta leggermente un confort di marcia altrimenti esemplare, anche per quanto riguarda l’assorbimento delle sospensioni, migliorato rispetto alla Serie 3, in particolare selezionando il programma Comfort. Come il cambio, anche lo sterzo presenta ora una doppia personalità: in Confort è leggero ma sempre rigoroso, mentre nei Sport e Sport+, diventa più duro da azionare e garantisce un controllo molto diretto della vettura in qualsiasi condizione. 

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