19 October 2015

BMW 220d Cabrio, la nostra prova

Arriva la versione scoperta della Serie 2, sempre fedele alla capote in tela, che si può azionare anche in movimento. Ha perso un po’ del carattere delle precedenti Bmw sportive, ma ha guadagnato in confort e fruibilità....

Pagina 1

Si chiama Serie 2, un numero pari come accade ultimamente per le Bmw più sportive, ma in fin dei conti altro non è che la sostituta della Serie 1 Cabrio. Dalla quale eredita gran parte della meccanica, ma si differenzia nel look, oltre che nelle dimensioni, che indicano una lunghezza cresciuta di 11 cm. L’introduzione di uno strato supplementare di rivestimento nel tetto in tela ne migliora poi l’isolamento acustico, mentre il cambio automatico a 8 marce, associato al 2 litri td, abbina prestazioni molto brillanti a consumi ridotti. La 220d è molto confortevole, ma ha perso un po’ del carattere sportivo Bmw.

 

ERGONOMIA
Così come l’estetica si è allineata ai più recenti canoni stilistici della Casa tedesca, anche l’abitacolo è diventato più moderno, sia per quanto riguarda il puro e semplice design, sia dal punto di vista dei contenuti multimediali, basti pensare che il sistema di navigazione si interfaccia con la trasmissione automatica in modo da gestire le cambiate in funzione del percorso che si sta affrontando, per esempio, evitando inutili passaggi di marcia tra una curva e l’altra, oppure scalando in prossimità di una rotonda o di un incrocio. Tutto ciò senza perdere di vista la funzionalità, con i comandi di più frequente utilizzo immediati da individuare e, per quanto riguarda quelli secondari, il sistema i-drive con il classico controller sul tunnel contornato da 6 tasti, oltre al pulsante return per richiamare l’opzione scelta in precedenza, per selezionare direttamente l’area desiderata.

Il quadro strumenti è privo della temperatura dell’acqua ma c’è l’indicatore del consumo istantaneo, mentre sul tunnel, a sinistra della leva del cambio, si trova un cursore per selezionare i vari programmi di guida, da quello denominato Eco Pro per una taratura dei sistemi più attenta ai consumi, allo Sport+, che ottimizza il comportamento della vettura in funzione della guida sportiva appunto, disattivando il controllo di trazione ma non quello di stabilità, che può comunque essere escluso servendosi dell’apposito pulsante. Le cinture di sicurezza immediatamente sopra le battute superiori delle porte sono scomode da raggiungere, mentre trovare la posizione di guida più congeniale è facile, così come apprezzare l’ottima impugnatura del volante sportivo a tre razze.

SPAZIO
Se davanti non si segnalano particolari problemi di abitabilità, dietro la situazione è un po’ diversa, sia perché lo spazio a disposizione delle gambe dei 2 passeggeri non abbonda certo, sia per l’accessibilità problematica nonostante i sedili scorrevoli elettricamente per facilitare l’accesso e l’uscita. Non certo rosea infine anche la situazione per i bagagli a causa del volume sottratto dal vano per ospitare la capote ripiegata: si sono guadagnati rispettivamente 30 e 20 litri a capote chiusa e aperta rispetto alla Serie 1, ma i 335 e 280 litri dichiarati sono tutt’altro che abbondanti per una vettura che può accogliere fino a 4 passeggeri.

TECNICA

La nuova scocca si distingue prima di tutto per l’incremento della rigidità, del 20% alla torsione, mentre, per quanto riguarda la flessone, l’aumento è del 10%. E’ realizzata con nuovi materiali, si fregia di un massiccio uso di acciai altoresistenziali che assicurano anche un peso ridotto, mentre la protezione dei passeggeri in caso di ribaltamento è assicurata dagli elementi in alluminio che fuoriescono automaticamente dalla zona dietro i poggiatesta posteriori per mezzo di appositi attuatori elettromagnetici.

PEDONI
Particolare cura è stata rivolta anche nei confronti dei pedoni grazie a specifiche zone di deformazione del cofano motore attivo, sotto il quale si trova un’evoluzione del noto 4 cilindri turbodiesel di 2 litri, che in questa declinazione ha raggiunto quota 190 Cv di potenza e 400 Nm di coppia erogati tra 1.750 e 2.000 giri. Tra le modifiche spiccano il turbocompressore con turbina ottimizzata dal punto di vista termodinamico, il sistema di iniezione common rail che raggiunge ora una pressione massima di 2.000 bar, la pompa dell’olio a portata variabile e una cura generale dei vari accessori che assicura una riduzione di 2 kg del peso complessivo.

ECO PRO
Debutta poi il programma Eco Pro per ottimizzare il controllo del propulsore e l’efficienza dell’impianto di climatizzazione, oltre al riscaldamento degli specchietti retrovisori ed eventualmente quello dei sedili. In questa modalità, il display sulla plancia visualizza alcuni suggerimenti per ottimizzare l’efficienza della vettura, mentre l’indicatore integrato nella zona inferiore del contagiri aiuta il guidatore a dosare l’acceleratore per ottimizzare i consumi. Per ridurre l’energia assorbita dal motore, il servosterzo idraulico della precedente Serie 1 ha ceduto il posto a quello elettroidraulico, mentre il cambio automatico Steptronic a 8 rapporti disponibile a richiesta si distingue per una sensibile riduzione degli attriti interni, oltre che per il minimo slittamento del convertitore di coppia a favore dell’efficienza complessiva.

 

MOTORE Ciclo Diesel, anteriore longitudinale, Euro 6, 4 cilindri in linea, 5 supporti di banco. Distribuzione bialbero in testa, 16 valvole. - Monoblocco in ghisa, testata in lega leggera. - Raffreddamento a liquido. - Alimentazione a iniezione diretta common rail, turbocompressore a gas di scarico, intercooler. - Catalizzatore ossidante. - Potenza max 190 Cv (140 kW) a 4.000 giri/ min. - Potenza specifica 95,2 Cv/litro (70,2 kW/litro). - Coppia max 400 Nm (40,8 kgm) da 1.750 a 2.500 giri/ min. - Cilindrata 1.995 cc; alesaggio 84,0 mm; corsa 90,0 mm. - Circuito di raffreddamento 7 litri; olio motore 5 litri. Alternatore 150 A, batteria 90 Ah.

POTENZA MASSIMA RILEVATA

al motore: Cv 188,9 a 3.950 giri/min
alle ruote in VI: Cv 150,0 a 3.900 giri/min

COPPIA MASSIMA RILEVATA

Nm: (400) 393,3 a 1.890 giri/min

 

Eccola in due brevi filmati durante i test al banco:

 

 

SU STRADA

L’atmosfera è quello che da tempo si vive all’interno dell’abitacolo di qualsiasi Bmw ma, nel caso della Serie 2 Cabrio, è tutto più soft, a partire dalla quantità di rumore che la capote confina all’esterno. Lo confermano i 70,9 decibel registrati a 150 km/h, un dato che di per sé potrebbe non significare molto, ma quando viene raffrontato ai 73,9 decibel della precedente Serie 1 Cabrio provata nel 2008, peraltro motorizzata con un nobile 6 cilindri a benzina, assume contorni inediti per una delle poche scoperte rimaste fedele al tetto in tela. Che si aziona in modo totalmente automatico, anche in movimento fino a 50 km/h e, una volta aperto, consente di viaggiare comodamente anche ad andature autostradali, situazione in cui è comunque consigliabile montare il frangivento offerto a richiesta.

PRESTAZIONI
Certo, il ticchettio del 4 cilindri a gasolio è ben diverso dalla melodia di un 6 cilindri a benzina, ma sul fronte delle prestazioni il 2 litri td non ha proprio nulla da recriminare, sia che si abbia la necessità di scattare rapidamente al semaforo, sia nel caso si volesse guadagnare rapidamente velocità con la vettura in movimento. Le risposte sono sempre molto incisive, anche grazie alla prontezza con cui il cambio a 8 marce scala in caso di bisogno. Pur trattandosi di un tradizionale automatico, quest’ultimo non disdegna affatto l’utilizzo in manuale, dove manifesta innesti più secchi e coinvolgenti, oltre a un’apprezzabile immediatezza tra impulso sul comando al volante e inserimento del rapporto voluto.

ASSETTO
Alla sportività del gruppo motore/cambio si contrappone un comportamento dell’assetto un po’ meno coinvolgente rispetto a quello di alcune Bmw del passato, anche a causa dello sterzo che non consente di instaurare il feeling che ci si aspetta da una 2 porte di intonazione sportiva, sia per la sua costante leggerezza, sia per risposte non sempre progressive oltre determinati angoli di sterzata. L’appoggio non è immediato e, nel susseguirsi di curve e controcurve, la massa di quasi 1.700 kg si estrinseca in reazioni leggermente ritardate e fenomeni di rollio tutt’altro che mitigati, anche selezionando la taratura più rigida dell’assetto adattivo montato sull’esemplare in prova. Di contro, anche con le ruote da 18”, la 220d non disdegna i fondi accidentati, mentre al limite il sottosterzo domina la scena.

Le ultime news video

© RIPRODUZIONE RISERVATA