01 March 2012

Automobilismo d'Epoca Marzo 2012

Il rigido inverno 2012 non ha fermato le auto storiche che sono state protagoniste di una serie di eventi importanti e di gare combattute. E’ stata l’occasione per Automobilismo d’Epoca di riscoprire un’auto, la Fiat 131.....

Sommario

Il rigido inverno 2012 non ha fermato le auto storiche che sono state protagoniste di una serie di eventi importanti e di gare combattute. E’ stata l’occasione per Automobilismo d’Epoca di riscoprire un’auto, la Fiat 131, che nella espressione rallistica ha caratterizzato un lungo periodo dei rally internazionali e nazionali, come ci ha raccontato nel servizio di copertina Franco Ceccato, Campione italiano nel 1982. Nella sezione “sport” i reportage del Rallye storico di Monte-Carlo dominato dalle polemiche, della Coppa delle Alpi e della Winter Marathon. Tornando alle automobili presentate su Automobilismo d’Epoca di Marzo 2012 spiccano due berline di marchi cari agli appassionati: Alfa Romeo, con la guida all’acquisto dell’Alfetta, che compie 40 anni; e BMW, con la lussuosa 3200 S degli anni ’50, che ci racconta di una fase cruciale della storia della Casa bavarese.

L’Alfa Romeo è di nuovo protagonista con un servizio sulle Alfasud Ti, mentre la Saab Sonett/Facett rappresenta un episodio significativo della storia della marca svedese che oggi langue nel dimenticatoio. La parte sportiva è completata da un’intervista a Parnelli Jones, mito dell’automobilismo americano e dalla breve storia della Porsche 924 nelle corse, tanto più interessante proprio perché è un episodio piccolo ma significativo nell’amplissimo capitolo agonistico della vita di Stoccarda.

 

 

Editoriale

Il quotidiano La Repubblica del 6 febbraio scorso ha pubblicato un dossier di ben tre pagine intitolato “L’industria della nostalgia”, con le firme prestigiose di Anais Ginori e Natalia Aspesi. La parola nostalgia fa pensare a un dolceamaro piacere di guardare al passato come rifugio dalle difficoltà del presente. In realtà, le stesse pagine del quotidiano intendevano si spiegare la sociologia del fenomeno; ma le conclusioni a cui si arrivava erano prettamente economiche. Più o meno queste: siamo in crisi di identità e il passato ci aiuta a ritrovarla. E aiuta l’economia: in quanto consumatori, ritroviamo l’identità acquistando i prodotti che al passato si rifanno. Vintage S.p.A.: chi può e vuole guardare al passato, vestendo in stile rètro la tecnologia di cui dispone, fa sempre più profitti. Spostando il concetto in campo automobilistico, c’è chi di questo argomento ha approfittato, come BMW con Mini e Volkswagen con il Maggiolino. Chi non riesce ad approfittarne, o lo fa in minima parte, sono i Marchi italiani.Quest’anno si festeggiano i 40 anni dell’Alfetta e i 50 della Giulia, due berline mitiche dell’Alfa Romeo. Pensate quale successo potrebbero avere, pur nel momento della crisi, delle riedizioni ben fatte di queste automobili. Certo, per essere ben fatte sul serio dovrebbero avere la trazione posteriore, quindi piattaforme diverse, investimenti solo per loro, eccetera eccetera...Di fronte al successso di una Mini, pensiamo a quanto avrebbe potuto vendere la Lancia Fulvia disegnata da Flavio Manzoni nel 2003. Non se ne fece nulla. Queste idee si scontrano con i tanti orticelli che difendono altrettanti piccoli budget dentro le grandi aziende. Ma la pura difesa dei piccoli budget rende piccole le aziende. Si è parlato tanto di Steve Jobs e del suo invito a essere affamati e “stupidi”. Non è stupidità, è coraggio. Ciò che manca al nostro costruttore di automobili.

 

di francesco.pelizzari@edisport.it

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