30 August 2015

Audi RS3 Sportback, le nostre prime impressioni

In un’epoca cui la moda imperante è passare inosservati finalmente una proposta che urla, nel vero senso della parola, la propria presenza...

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Diciamolo subito: un salto in avanti strepitoso rispetto alla precedente versione. Quell’imbarazzante sottosterzo che era caratteristica principale ha lasciato spazio ad una guida più connessa, reattiva, neutra e magnificamente rumorosa. L’Audi RS3 Sportback è la hot hatch del momento, la più estrema, la più potente e quella politicamente più scorretta . Le concorrenti, poi, non scherzano: Mercedes A45 AMG sopra a tutte, ma dove gli altri optano per l’architettura a quattro cilindri, Audi mantiene orgogliosamente il suo attaccamento emotivo al cinque, che affonda le radici al 1983 e al modello Sport Quattro, la genesi del tutto. E il 2.5 litri TFSI segna il riferimento di categoria con 367 cavalli contro i 360 della A45 AMG e, per esempio, i 320 della nuova Ford Focus RS.

Schiacci tutto e per un istante impercettibile senti la latenza delle quattro ruote nel trovare il giusto grip, ma è un attimo, perché appena mordono ti lanciano in avanti con una brutalità che di solito appartiene alle supercar. Poi il suono gutturale del cinque cilindri, una colonna sonora sempre presente, con borbotti ed esplosioni in rilascio che riempiono l’intorno della campagna romana che circonda Vallelunga. E lungo la strada fatta di rettilinei, frenate, curve da terza e transitori penso che tutto questo, in sostanza, è sempre stato lo spartito della RS3.

Cosa c’è di diverso? Due cose, la prima è quella più evidente: un equilibrio complessivo in appoggio e in uscita di curva più piacevole, neutro quasi, con un sottosterzo meno presente. Il merito? Del nuovo differenziale Haldex che annulla il ritardo di risposta del giunto centrale, che adesso non c’è più perché è montato posteriormente, ed è in grado di ripartire la trazione fino ad un 100% sulle ruote di dietro. Poi il nuovo telaio acciaio e alluminio MQB che pesa ben 55 chili di meno. E’ anche questo a determinare un comportamento complessivamente più dolce e prevedibile malgrado l’urto dei 367 cavalli e una coppia di 465 Nm già disponibile a 1.625 giri al minuto. Il cambio a doppia frizione S tronic a sette marce accoppiato a questo motore è una splendida partita. Entrambi sono in grado di passare senza scosse e velocissimamente da velocità pedonali a velocità Warp in un instante, con i rapporti che entrano dentro con allarmante urgenza e uno sterzo pronto a reagire con precisione e sostanza quando, un attimo prima, alle basse velocità, era confortevole e con il giusto punto morto.

 

 

 

 

 

IN PISTA

Su strada il controllo del corpo vettura è perfetto: punti il centro della curva, attendi che il peso si trasferisca sulle ruote esterne e spingi sul gas aspettando che la morsa del quattro per quattro faccia il resto. In pista diventa leggermente differente e un po’ più complesso: se proviamo a modificare la linea giocando con l’acceleratore anche per sentire come l’Haldex gestisce potenza e trazione, la cosa non funziona granché. Il sottosterzo ti accoglie, fiaccando un po’ il tuo entusiasmo iniziale e siete patiti del traverso lasciate stare, quest’auto non è per voi. Tutto sommato, però, va bene così.

L’Audi RS3 Sportback non è un’auto da pista, ma un oggetto oscenamente veloce su strada, con secchiate di grip e trazione e in più, da ferma, è anche incredibilmente desiderabile con un sottile restyling meravigliosamente eseguito e dettagli di altissima manifattura con alluminio (o nero opaco a seconda del pacchetto che si seglie) sparsi per bene qua e la e ultimo, ma non ultimo, la certezza che quando non stai flettendo il tuo piede destro, tra le mani hai una comoda e elegante cinque porte familiare.

 

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