ATS GT: un ritorno in grande stile

Lo storico marchio ATS rinasce grazie a una supercar dotata di un telaio monoscocca in carbonio e di un V8 3.8 biturbo da 700 o 750 Cv. Scatta da 0 a 100 km/h in 3 secondi.

Realizzata in 12 esemplari

È l’opera prima del rinato marchio italiano ATS, uscito di scena oltre cinquant’anni fa. Ispirata alla storica ATS (Automobili Turismo e Sport) 2500 GT del 1963, dotata di carrozzeria in acciaio battuto a mano e di un V8 di 2,5 litri da 210 Cv, la nuova supercar GT verrà realizzata a tiratura limitata, anzi limitatissima (12 esemplari), esattamente come la celebre antenata.

329 km/h di velocità massima

L’analogia con il passato trova il punto di massimo contatto nella motorizzazione della vettura, dotata di un 8 cilindri a V 3.8 biturbo – a collocazione centrale – disponibile negli step da 700 e 750 Cv a fronte di una coppia, rispettivamente, di 650 e 678 Nm. La versione più performante, nello specifico, scatta da 0 a 100 km/h in 3,0 secondi e raggiunge una velocità massima di 329 km/h. Diversamente dalla storica antenata, la carrozzeria è sì realizzata a mano, ma non in acciaio. La moderna GT opta piuttosto per la fibra di carbonio, così da contenere il peso complessivo della vettura in 1.300 kg. Un valore ottenuto grazie anche alla scocca in alluminio e compositi. Ne consegue, nella migliore delle ipotesi, un rapporto peso/potenza di 1,73 kg/Cv.

Freni carboceramici

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Lunga 4,7 metri, alta solo 1,21 metri e forte di diverse modalità di marcia, vale a dire dei programmi Viaggio, Sport e Corsa, la ATS GT è disponibile unicamente in abbinamento a una trasmissione automatica a doppia frizione a 7 rapporti. La dotazione tecnica include i freni carboceramici, i cerchi in lega forgiati da 20 pollici all’avantreno e da 21 pollici al retrotreno oltre a una raffinatezza quale l’aerodinamica attiva, affidata all’azione dell’alettone retrattile che funge anche da freno aerodinamico. Tanta ricercatezza viene rafforzata dalla previsione di portiere prive delle tradizionali maniglie – l’apertura avviene grazie a specifici sensori – dalla strumentazione digitale, dalla ricarica wireless degli smartphone e dalla possibilità di personalizzare totalmente l’abitacolo. Inattiva dal 1965, la ATS è tornata a ruggire.

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