Sicurezza: colpi di sonno
Introduzione
La Casa tedesca concentra la propria
attenzione ed il lavoro sei propri ingegneri su una delle principali cause
di incidenti gravi: i colpi di sonno. L’obiettivo è quello di
realizzare
un dispositivo efficace che riconosca in anticipo i segnali di stanchezza
e avverta prontamente il guidatore. I Mercedes-Benz Technology
Centers lavorano già da molto tempo su alcune possibili soluzioni e hanno
svolto oltre 200 collaudi e test in autostrada dall’inizio del 2006.
Il nuovo dispositivo dovrebbe essere
pronto in un paio di anni. Nella sola Germania, nel 2005, la polizia ha
rilevato 3034 incidenti gravi causati sicuramente da improvvisi
colpi di sonno; in realtà, per ammissione della stessa polizia, il numero
è certamente più alto, data l’impossibilità a volte di stabilire con assoluta
esattezza i motivi degli incidenti più gravi. La NHTSA (National Highway
Traffic Safety Administration) stima che in USA i colpi di sonno siano
la causa di oltre 100.000 incidenti gravi all’anno con un bilancio
di 71 000 feriti e 1500 morti.I 2/3 degli incidenti causati da
colpi di sonno avvengono di notte e uno su due con scarsa visibilità.
La Casa tedesca concentra la propria
attenzione ed il lavoro sei propri ingegneri su una delle principali cause
di incidenti gravi: i colpi di sonno. L’obiettivo è
quello di realizzare
un dispositivo efficace che riconosca in anticipo i segnali di stanchezza
e avverta prontamente il guidatore. I Mercedes-Benz Technology
Centers lavorano già da molto tempo su alcune possibili soluzioni e hanno
svolto oltre 200 collaudi e test in autostrada dall’inizio del 2006.
Il
nuovo dispositivo dovrebbe essere pronto in un paio di anni. Nella sola
Germania, nel 2005, la polizia ha rilevato 3034 incidenti gravi
causati sicuramente da improvvisi colpi di sonno; in realtà, per
ammissione
della stessa polizia, il numero è certamente più alto, data
l’impossibilità
a volte di stabilire con assoluta esattezza i motivi degli incidenti più
gravi. La NHTSA (National Highway Traffic Safety Administration) stima
che in USA i colpi di sonno siano la causa di oltre 100.000 incidenti
gravi all’anno con un bilancio di 71 000 feriti e 1500 morti.I
2/3
degli incidenti causati da colpi di sonno avvengono di notte e uno su due
con scarsa visibilità.
Il colpo di sonno
Combattere i colpi di sonno alla guida è un problema solo apparentemente
di facile soluzione. Il perché è presto detto. Gli ingegneri tedeschi
si sono resi conto che valutare un solo parametro per definire lo stadio
di pericolo non è sufficiente. La stanchezza è purtroppo un
fenomeno
molto individuale e per questo occorre tenere presente più fattori,
come lo stile di guida, le condizioni di traffico, la durata del viaggio,
ma anche la monotonia del paesaggio (in Canada o nei paesi
nordici
ad esempio gli incidenti causati da colpi di sonno sono molto più frequenti)
o le condizioni meteo. A complicare il tutto vi è anche il
fatto
che il guidatore tende spesso a sottovalutare la propria
stanchezza.
Automobilisti stanchi, non solo reagiscono più lentamente agli stimoli,
ma sopravvalutano le loro capacità di guida sentendosi molto più
svegli di quanto realmente siano. Una situazione molto simile all’ebbrezza
che si prova appena dopo un consumo eccessivo di alcol.
Gli studiosi hanno però stabilito che alcune
condizioni fisiche comuni in caso di stanchezza e che anticipano il colpo
di sonno: bruciore agli occhi, sbadigli frequenti, battito cardiaco
rallentato sono solo alcuni di questi. Secondo le statistiche poi gran
parte degli incidenti causati da colpi di sonno avvengono tra le 2-6 di
mattina e nel primo pomeriggio. Il bioritmo di ciascuno di noi è infatti
settato su “sonno” proprio in questi orari. Dopo le 22 la concentrazione
di ognuno diminuisce progressivamente e raggiunge il suo punto più basso
attorno alle 2 di notte. Il momento di massima reattività è durante la
mattinata, il momento più consigliato per intraprendere lunghi viaggi.
Combattere i colpi di sonno alla guida
è un problema solo apparentemente di facile soluzione. Il perché
è presto
detto. Gli ingegneri tedeschi si sono resi conto che valutare un solo
parametro per definire lo stadio di pericolo non è sufficiente.
La
stanchezza è purtroppo un fenomeno molto individuale e
per questo
occorre tenere presente più fattori, come lo stile di guida, le
condizioni
di traffico, la durata del viaggio, ma anche la monotonia del
paesaggio
(in Canada o nei paesi nordici ad esempio gli incidenti causati da colpi
di sonno sono molto più frequenti) o le condizioni
meteo. A complicare
il tutto vi è anche il fatto che il guidatore tende spesso a
sottovalutare
la propria stanchezza. Automobilisti stanchi, non solo reagiscono
più
lentamente agli stimoli, ma sopravvalutano le loro capacità di
guida
sentendosi molto più svegli di quanto realmente siano. Una situazione
molto simile all’ebbrezza che si prova appena dopo un consumo eccessivo
di alcol.
Gli
studiosi hanno però stabilito che alcune condizioni fisiche comuni in
caso
di stanchezza e che anticipano il colpo di sonno: bruciore agli occhi,
sbadigli frequenti, battito cardiaco rallentato sono solo alcuni di questi.
Secondo le statistiche poi gran parte degli incidenti causati da colpi
di sonno avvengono tra le 2-6 di mattina e nel primo pomeriggio. Il bioritmo
di ciascuno di noi è infatti settato su “sonno” proprio in
questi orari.
Dopo le 22 la concentrazione di ognuno diminuisce progressivamente e raggiunge
il suo punto più basso attorno alle 2 di notte. Il momento di massima
reattività
è durante la mattinata, il momento più consigliato per
intraprendere lunghi
viaggi.
Possibili soluzioni
Il team di esperti Mercedes include, collaudatori, ingegneri ma anche psicologi
e matematici. Si sono intraprese ovviamente più vie per risolvere il
problema. Un sistema efficace si basa sulla rilevazione dei
battiti
delle ciglia. Durante i test, una videocamera a infrarossi è puntata
verso gli occhi del guidatore e rileva immediatamente quando le palpebre
restano chiuse troppo a lungo. Se dovesse succedere, un segnale acustico
è il primo avvertimento che il guidatore percepisce. Durante i test un
elettroencefalogramma (EEG) rivela altri dati utili sul sistema nervoso
e battiti cardiaci. Un altro metodo impiegato è l’analisi dei dati
di guida. Un processore rileva ad esempio se sterzo e freni rimangono
inutilizzati troppo a lungo; se questo avviene, un segnale acustico
avvisa il guidatore. Il problema è anche la tipologia dell’avviso
e il suo grado di intensità. A un avviso acustico, se nulla cambia, seguono
brevi frenate e una vibrazione al pedale o al sedile.
Il problema è anche quello di intervenire
prontamente, ma solo in caso di effettiva necessità senza spaventare
guidatore e passeggeri. Una volta superata la soglia di allarme, sottolineano
i tecnici Mercedes occorre però che l’avviso sia molto percepibile
dal guidatore. Se a 100 km/h infatti le palpebre restano chiuse
anche solo un secondo in più la vettura percorre 27 metri (!) con
il guidatore in uno stato di semicoscienza o già addormentato. Una distanza
lunghissima. Come se non bastasse studi dimostrano che dopo 4 ore di
guida non stop, i tempi di reazione scendono del 50% e il rischio di incidenti
raddoppia. Dopo sei ore di guida senza sosta il pericolo aumenta di otto
volte. Fare una pausa dopo 2-3 ore di guida è quasi obbligatorio. Studi
dimostrano infine che per riprendersi caffè, bevande energetiche o Coca
Cola sono solo un rimedio temporaneo e la loro efficacia svanisce molto
in fretta; una passeggiata anche breve all’aria aperta, si è dimostrata
molto più efficace. L’unico rimedio assolutamente efficace contro i colpi
di sonno per Mercedes,anche a dispositivo utimato, è e rimarrà solo uno:
un giusto riposo.
Il team di esperti Mercedes include, collaudatori,
ingegneri ma anche psicologi e matematici. Si sono intraprese ovviamente
più vie per risolvere il problema. Un sistema efficace si basa
sulla
rilevazione dei battiti delle ciglia. Durante i test, una
videocamera
a infrarossi è puntata verso gli occhi del guidatore e rileva
immediatamente
quando le palpebre restano chiuse troppo a lungo. Se dovesse succedere,
un segnale acustico è il primo avvertimento che il guidatore percepisce.
Durante i test un elettroencefalogramma (EEG) rivela altri dati utili sul
sistema nervoso e battiti cardiaci. Un altro metodo impiegato è
l’analisi
dei dati di guida. Un processore rileva ad esempio se sterzo e freni
rimangono inutilizzati troppo a lungo; se questo avviene, un segnale
acustico avvisa il guidatore. Il problema è anche la tipologia
dell’avviso
e il suo grado di intensità. A un avviso acustico, se nulla cambia,
seguono
brevi frenate e una vibrazione al pedale o al sedile.
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problema è anche quello di intervenire prontamente, ma solo in
caso
di effettiva necessità senza spaventare guidatore e passeggeri. Una volta
superata la soglia di allarme, sottolineano i tecnici Mercedes occorre
però che l’avviso sia molto percepibile dal guidatore.
Se
a 100 km/h infatti le palpebre restano chiuse anche solo un secondo in
più la vettura percorre 27 metri (!) con il guidatore in uno stato
di semicoscienza o già addormentato. Una distanza lunghissima.
Come
se non bastasse studi dimostrano che dopo 4 ore di guida non stop, i tempi
di reazione scendono del 50% e il rischio di incidenti raddoppia. Dopo
sei ore di guida senza sosta il pericolo aumenta di otto volte. Fare una
pausa dopo 2-3 ore di guida è quasi obbligatorio. Studi dimostrano infine
che per riprendersi caffè, bevande energetiche o Coca Cola sono solo
un rimedio temporaneo e la loro efficacia svanisce molto in fretta;
una passeggiata anche breve all’aria aperta, si è dimostrata molto
più
efficace. L’unico rimedio assolutamente efficace contro i colpi di sonno
per Mercedes,anche a dispositivo utimato, è e rimarrà solo uno:
un giusto
riposo.