30 June 2016

BMW ISETTA, l' ovetto di Rivolta

Prodotta in cinque paesi di due continenti, l’Isetta può essere considerata un’auto globale ante-litteram. “Mamma” delle superutilitarie di oggi, nasce in Italia ma trova fortuna all’estero...

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SUCCESSO

Dopo quasi due anni di perdite economiche e risultati di vendita deludenti (circa mille esemplari) i tempi sono saturi, e Rivolta cerca di arginare i danni. L’uovo di Colombo, o dovremmo dire “di Renzo” è l’accordo con la BMW, che in quegli stessi tempi vive una situazione opposta: nelle difficoltà della Germania post bellica in cui spopolano le micro vetture (Messerschmitt, Fuldamobil, Goggomobil), il marchio dell’elica soffre le scarse vendite di una gamma esageratamente lussuosa. Per loro l’Isetta è proprio quello che ci vuole; oltretutto, su suolo tedesco, la guida di vetture con cilindrata inferiore a 250 cc è anche favorita da una patente “semplificata”.

L’accordo viene perfezionato in breve e riguarda la sola scocca, meccanica esclusa; il lento propulsore Iso a due tempi da 10 CV scarsi è sostituito dal monocilindrico quattro tempi da 247 cc della moto R25\3, forte di 12,5 CV e abbinato a un cambio a quattro marce. La BMW Isetta (il nome è mantenuto) debutta sul mercato tedesco nel 1956, lo stesso anno in cui la versione Iso è ritirata da quello italiano.


SUCCESSO GLOBALE
La Isetta BMW differisce dalla Iso per pochi dettagli, ma rispetto ad essa ha un successo molto superiore: oltre 110mila esemplari prodotti dalla sola BMW tedesca fino al 1962, a cui si sommano quelli realizzati, sempre su licenza, dalla Velam in Francia, che ne produce anche versioni cabriolet e fuoriserie, dalla Romi in America Latina, e i ben 30.000 prodotti da BMW in territorio britannico per il mercato d’oltre manica: in totale, 161.360 in “carriera”. La genialità del progetto Isetta è riscattata da numeri di produzione onorevoli che la portano a debuttare perfino in un mercato difficile come quello nordamericano, agli antipodi delle micro-car per vocazione e tradizione.

Il successo è tale che, si racconta, in occasione della produzione dell’esemplare numero 50.000 la dirigenza BMW scrive una lettera di elogio a Renzo Rivolta, per ringraziarlo di aver venduto loro il progetto. Negli anni seguenti l’Isetta conquista nuove motorizzazioni e nuove carrozzerie, prima con la 300 ad affiancare la 250, poi con la 600, versione maggiorata con ruote “regolari” e quattro posti. Arrivano nuovi equipaggiamenti più automobilistici e “signorili” come l’Export, e nuove dotazioni tra cui l’utilissima retromarcia, inizialmente non contemplata, per cui parcheggiando di fronte a un muro si rimaneva intrappolati in auto, e i vetri scorrevoli a rendere più respirabile la (poca) aria interna, il cui ricambio era prima affidato ai soli deflettori e al tetto apribile, che rendeva impossibili ventilazione e sbrinamento in caso di pioggia.

L’Isetta di questo servizio è un esemplare piuttosto raro in Italia perché è una BMW in versione 300 cc prodotta in Gran Bretagna. Presenta alcune modifiche di dettaglio rispetto a quella “continentale”, come l’adozione di componentistica Lucas per l’impianto elettrico e la fanaleria, ed è proposta in diverse versioni: la guida può essere sia a destra, come d’uso sulle strade del Regno Unito, sia a sinistra, scelta preferita da molti per il fatto che il guidatore, viaggiando da soli sul lato sinistro, bilancia il peso del propulsore, che è a destra; la vettura è poi disponibile, oltre che nella classica disposizione a quattro ruote, anche in versione triciclo che la legislazione fiscale britannica favorisce in modo sensibile. L’Isetta di queste pagine è proprio una tre ruote, e per questo al momento dell’immatricolazione italiana è stata classificata come triciclo e dotata di documenti e targhe da “moto”. Oggi appartiene alla fanciulla ritratta in queste pagine, che l’ha ricevuta in dono come prima storica dal marito collezionista.

L’Isetta è una macchina semplice, e una volta presa confidenza col cambio a sinistra, la cui manovrabilità richiede un minimo di pratica (è pur sempre derivato da una moto), si lascia condurre con facilità, risultando più brillante di quanto ci si possa aspettare. La verniciatura bicolore dai toni squillanti, unita alle forme da “cartoon” e dalle proporzioni insolite, rende la guida della piccola BMW un’esperienza sconsigliata ai timidi: passare inosservati è impossibile. Data la natura del mezzo le percorrenze in genere sono brevi, anche se la vetturetta sopporta bene la fatica, affronta con disinvoltura le pendenze e, una volta lanciati, gli 80 km\h circa di velocità massima sembrano perfino tanti.

Un progetto intelligente e pratico anche visto con gli occhi di oggi: non è un caso che si parli da diversi anni di una nuova Isetta by BMW per contrastare il successo della Smart.

TECNICA BMW ISETTA 300 GB (1961) Motore Centrale monocilindrico 4 tempi, cilindrata 297 cc, alesaggio e corsa 72 x 73mm, potenza 13 CV a 5200 giri, coppia 1,8 kgm a 4600 giri, distribuzione ad aste e bilancieri, valvole in testa, alimentazione con carburatore Bing 1/24, raffreddamento ad aria, impianto elettrico 12V Trasmissione Trazione posteriore, cambio a 4 marce più RM, comando a cloche, frizione monodisco a secco, pneumatici 4,80x10 anteriori, 145x10 posteriore Corpo vettura Carrozzeria monovolume, una porta due posti, telaio tubolare in acciaio, sospensione anteriore a ruote indipendenti, posteriore con balestra, ammortizzatori idraulici, freni a tamburo Dimensioni (in mm) e peso Lunghezza 2.285 Larghezza 1.380 Altezza 1.340 Peso a vuoto 360 kg Prestazioni Velocità massima 85 km\h

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