31 March 2016

Ford... States Symbol

Geniale patriarca dell’automobile e inventore della produzione in grande serie, Henry Ford condusse la sua azienda con un conservatorismo fatto di precetti che sembravano irrinunciabili. Nel corso degli anni 50 i suoi eredi rinnovarono alle radici tutto il precedente sistema produttivo: e il marchio ovale riconquistò il secondo posto fra i grandi costruttori del mondo....

GLI INIZI

PRIMO MODELLO

TRIONFI E ROVESCI

Negli anni 50 la Ford continuò a recitare molto bene la sua parte proponendo un felice avvicendamento di modelli: la Crestline Skyliner del ’54 con il tetto in cristallo, la Thunderbird del triennio ’55-57 con cui la marca esordì nel settore delle auto di lusso a due posti, la Skyliner del ’57-59 con hardtop metallico scomponibile e retrattile nel bagagliaio, e ancora le Lincoln Capri della generazione ’52-59 e la Mercury Turnpike Cruiser del 1957. Tra i tanti successi ci fu anche il passo falso della sfortunata Continental, marca di vertice fatta esordire nel 1956 con l’intento di rinverdire i fasti della omonima Lincoln del 1939.

La Continental del ’56, raro esempio di altissima classe nel panorama delle auto USA, arrivò sul mercato al prezzo di 10.000 dollari nel momento forse sbagliato e la clientela più danarosa d’oltreoceano, quella che non batteva ciglio a spendere quasi 7.000 dollari per una Cadillac Eldora o o quasi 5.000 per una Chrysler 300, non lasciò ammaliare da quella che, secondo molti, fu una delle più eleganti e raffinate a le Lincoln mai prodotte. La continua ricerca da parte degli uomii di marketing Ford per individuare nuoe nicchie di mercato condusse poi, nel 958, il gruppo di Dearborn a uno dei più amorosi rovesci mai registrati dall’industria americana.

Convinti che vi fosse spazio commerciale per una super Mercury da 300 Cv, essi concepirono una carrozzeria in cui fosse espresso il miglior compendio degli orientamenti estetici del momento (profusione di ornamenti cromati, verniciatura bicolore, parabrezza superpanoramico), con un elaborato frontale contraddistinto da una calandra verticale e da due coppie prominenti di proiettori. Le imposeroil nome di Edsel e la presentarono al pubblico nel settembre 1957 con la prospettiva di poterne piazzare 100.000 pezzi nell’anno successivo. Ma, alla conta finale, gli esemplari venduti superarono di poco la cifra di 63.000, trascinando le finanze e l’immagine del gruppo in una voragine pericolosa, e la Edsel uscì dalla scena alla fine di novembre 1959.

A riabilitare quell’episodio arrivò nell’aprile ’64 la Ford Mustang, protagonista di uno strepitoso successo: concepita come “personal car” dal look sportivo e dalla meccanica semplice e a buon mercato, discendeva tecnicamente dalla compact-car Falcon. Con quella vettura la Ford inaugurò il mercato delle pony-car che si rivelò negli anni un esuberante serbatoio di clienti. Nel model-year 1964 la Mustang venne prodotta in 680.989 unità ed entrò di slancio presso il pubblico di ogni età e ceto sociale al prezzo base di lancio di 2.368 dollari. Ma questa è un’altra storia, che traghetta la marca dell’ovale dalla “golden age” ai tempi moderni

© RIPRODUZIONE RISERVATA