Gabriele Canali - 14 April 2015

Nuova Nissan Pulsar 1.5 dci 110, la nostra prova

È comoda e molto accogliente, grazie anche al passo che figura fra i più generosi della sua categoria. Riuscito l’abbinamento con il turbodiesel da 110 Cv, che si rivela sufficientemente vivace e garantisce consumi bassi....

LOOK

Dieci anni dopo l’uscita di scena della Almera, Nissan è tornata a proporre una berlina media cinque porte, la Pulsar, che va a inserirsi in un segmento dove a dettar legge è la Volkswagen Golf e tra le concorrenti ci sono modelli del calibro di Alfa Romeo Giulietta, Ford Focus, Opel Astra, per citarne alcuni. Una bella scommessa, quella della Casa giapponese, soprattutto se si tiene conto che la precedente Almera non aveva fatto strage di cuori. Nissan, oggi, ci riprova.

Con un modello che si ispira, soprattutto nel frontale, al design di successo della crossover Qashqai e che ha, fra le sue armi migliori, spazio e abitabilità, qualità di sicuro apprezzate fra i clienti di questo segmento. Quanto ai motori, si parte con due unità: il 1.2 turbo a benzina e il 1.5 td da 110 Cv. Quest’ultimo, oggetto della nostra prova, è supportato da una coppia più che sufficiente a garantire alla Pulsar la vivacità che serve. Associato a un cambio manuale a 6 marce, questo propulsore common rail consente una marcia sempre fluida e omogenea, sostenuta da una sovralimentazione non partico intensa ma che lavora con apprezzabile gradualità. A beneficio, oltretutto, di risultati più che soddisfacenti sul fronte dei consumi, come dimostrato dai 18 km/ litro di media e dai 18,5 rilevati in autostrada.

LOOK
Lunga 4,39 metri, larga 1,77 e alta 1,52, Pulsar vanta uno dei passi più lunghi della sua categoria (270 cm) a tutto vantaggio dello spazio a bordo. Quanto allo stile, le forme della Pulsar sono chiaramente ispirate a quelle della Suv Qashqai, capostipite del design di nuova generazione Nissan. Il passo lungo la fa sembrare ancora più grande di quello che è in realtà, ma le proporzioni sono equilibrate e le dimensioni sono quelle tradizionali di una classica berlina di segmento C. Le similitudini con la Qashqai si ritrovano principalmente nel frontale, con il logo Nissan incorniciato da un trapezio cromato, le cui linee proseguono lungo il cofano. Gli scudi paraurti e i parafanghi bombati rendono muscolosa la carrozzeria, mentre il parabrezza molto inclinato e le fiancate solcate da profonde nervature conferiscono slancio alla vettura.

TECNICA

INTERNI

A bordo troviamo una plancia di design gradevole e moderno, mentre in termini di strumentazione spiccano i quadranti circolari ed il display da 5” del computer di bordo incastonato tra essi. Non manca il volante multifunzione, con comandi vivavoce, cruise control e radio, così come non manca grande attenzione verso la multimedialità: nella consolle, infatti, c’è lo schermo touch di 5,8” del sistema infotainment (di serie sulla Tekna), che può essere collegato con uno smartphone, fornendo così accesso a una serie di applicazioni, utili per utilizzare Google, Facebook, Trip Advisor o Eurosport: il sistema comprende Bluetooth, audio in streaming e gli ingressi Aux-in e Usb, oltre che la radio DAB. Quanto all’abitabilità, la Pulsar riesce a offrire spazio e confort in misura generosa a tutti gli occupanti senza farsi mancare nulla anche in termini di bagagliaio: sono 385 i litri disponibili, che possono essere incrementati a 1.395 litri abbattendo progressivamente gli schienali posteriori. Il piano di carico, tuttavia, non risulta particolarmente regolare una volta abbassati i sedili, così come la sporgenza dei passaruota sottre litri preziosi; la soglia di carico poi è un po’ alta.

SU STRADA

Sarà per la qualità di guida, sarà per le condizioni offerte dal suo abitacolo, sta di fatto che la Pulsar fa viaggiare bene e più di quanto non ci si aspetti, di norma, da una vettura di questa categoria. Si guida con piacere, la nuova berlina della Casa giapponese, che sa rivelarsi sufficientemente brillante pur senza vantare un assetto di intonazione sportiva. Ma è piuttosto precisa negli inserimenti in curva, non concede troppo a rollio e beccheggio, presenta uno sterzo preciso e omogeneo, freni all’altezza della situazione e un cambio che non difetta di manovrabilità. In marcia, la Pulsar sfoggia subito una particolare docilità: si vede che i progettisti hanno pensato essenzialmente a una guida che richieda poco impegno e consenta di viaggiare con buon brio. Naturalmente, dato il carattere della vettura, le regolazioni di assetto hanno tenuto nel dovuto conto le esigenze del confort.

Senza eccedere in cedevolezze, le sospensioni riescono comunque ad assorbire decorosamente lo sconnesso e in città mostrano di sopportare senza problemi le varie irregolarità del fondo stradale. Morbida quanto basta per offrire un molleggio efficace, la Pulsar assorbe piccole e grandi sollecitazioni con un filtraggio sempre valido: ne esce un assetto convincente anche nel misto in termini di maneggevolezza e bilanciamento, cui si accompagnano limiti di buon livello nella tenuta laterale e la capacità di assorbire e senza scomporsi le correzioni di linea e i rapidi cambiamenti di carico.

ASSETTO
Convincente in termini di maneggevolezza e bilanciamento, l’assetto garantisce nel complesso un comportamento sempre rassicurante. Il td da 110 Cv (114,5 Cv rilevati al banco), per parte sua, mostra buone doti di elasticità, frutto di una corretta distribuzione della coppia lungo l’arco di utilizzazione. Risponde dunque con sufficiente prontezza ai comandi dell’acceleratore e garantisce un buon brio, anche se a onor del vero il primo contatto non è proprio fra i più intriganti: al minimo, soprattutto a motore freddo, la tonalità del quattro cilindri td è piuttosto intensa e un po’ si sente anche in fase di accelerazione.

A velocità stabilizzata, invece, i livelli del rumore rientrano nei valori abituali, mai tali comunque da infastidire seriamente la marcia. In più, per quanto riguarda l’accoppiata motore-cambio, c’è da fare i conti con una scelta di rapporti rivolta principalmente a contenere i consumi: ciò avviene a discapito delle doti di ripresa e al minimo rallentamento da traffico, anche in autostrada, finisce per costringere alla scalata per sostenere il ritmo e non trovare il vuoto.

CONSUMI
Dal punto di vista dei consumi, viceversa, non si può negare che i risultati ci siano, sotto forma di percorrenze medie superiori ai 14 km/litro in città e allungabili senza troppa difficoltà sino a 18,5 km/litro nell’utilizzo in autostrada, per una media rilevata di 18 chilometri con un litro dai gasolio. Nulla da eccepire per quanto riguarda i comandi principali: gli innesti del cambio manuale non sono brevissimi, ma neppure troppo carichi di contrasto, e sia la precisione sia l’efficacia della sincronizzazione non vengono mai meno. Così come si rivela ben modulabile un comando dei freni che certo non può vantare una risposta sportiva, ma che pure appare ben calibrato: richiede uno sforzo al pedale relativamente contenuto e al contempo assicura spazi di arresto nella norma. Lo sterzo vanta buona precisione, anche se al tempo stesso non denota una particolare prontezza. Il servocomando, però, è ben tarato, così da lasciare una buona percezione del contatto con la strada.

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