Quali scegliere?
Automobilismo ha rivolto una
serie di domande a un
protagonista del mercato, la
Monroe,
azienda americana che nel 1926 ha inventato il primo ammortizzatore. Oggi
la Monroe, che fa parte del gruppo Tenneco, è presente in
maniera
massiccia
tanto sul fronte del
primo equipaggiamento quanto sul mercato dell'
aftermarket e del
ricambio, producendo, solo nei suoi stabilimenti
europei, quasi
19 milioni di ammortizzatori ogni anno. Ma quali
sono le differenze principali fra le marche piu' note e diffuse?
Monroe,
Bilstein,
Koni e
Boge-Sachs lavorano seguendo
filosofie
non certo identiche; la
prima in particolare, si impegna nella
ricerca di un
miglior compromesso tra il
comfort e la
massima
precisone nella guida. Le
altre marche producono tendenzialmente
ammortizzatori più rigidi, i Bilstein per esempio hanno generalmente
un'
ottima taratura sportiva, non costano quasi mai meno del ricambio
originale, ma hanno
un' ottima durata.
Sicurezza
Secondo una
ricerca effettuata dalla
Tenneco Automotive (nota
col marchio Monroe) una vettura con
ammortizzatori usurati al
50%
e col solo guidatore a bordo, ad una velocità di
70 km/h in rettilineo
allunga gli spazi di frenata di
2,6 metri (esame TUV). Con vettura
a
pieno carico, sempre in rettilineo ma con sfondo sconnesso lo
spazio di frenata peggiora di
12,1 metri (Automotive Safety Center
Milano). Quando un
ammortizzatore si dice
scarico, significa
che i vari
anelli di tenuta dei cilindri, delle
camere sigillate,
e del
pistone non svolgono più la loro funzione. L'
olio
non viene costretto a passare solo attraverso le valvole, ma
si miscela
all'azoto, oppure si verificano
trafilaggi attraverso l'anello
di tenuta al pistone principale. Nei casi più estremi si verificano anche
perdite di olio e di gas fuori dal corpo dell'ammortizzatore. Queste premesse
dovrebbero spingerci a un
controllo abituale delle
nostre
sospensioni
- Monroe consiglia ogni
20.000 km - e comunque l'esperienza insegna
che un ammortizzatore dopo
60.000-70.000 ha perso quasi completamente
la sua efficienza.
In questo caso ricordiamoci i rischi, condensati nei
dieci comandamenti
del decalogo Monroe:
·
Precaria tenuta di strada e perdita di aderenza in curva
·
Aumento dello
spazio di frenata
·
Annullamento delle
funzioni dell'ABS
· Pericoloso
rollio in
fase di sorpasso e in presenza di
raffiche di vento laterale
· Fenomeno di
aquaplaning anche a
basse velocità
· Pericolo di
abbagliamento durante la guida notturna
·
Aumento dell'
affaticamento e diminuzione dei riflessi
del guidatore fino al 25%
·
Pericoloso deterioramento di alcuni
organi fondamentali
del veicolo
·
Anomala e prematura
usura dei pneumatici
·
Incontrollabilità del mezzo in presenza di
neve e
ghiaccio
Quali scegliere?
Automobilismo
ha rivolto una serie di domande a un
protagonista del mercato,
la
Monroe, azienda americana che nel 1926 ha inventato il primo
ammortizzatore.
Oggi la Monroe, che fa parte del gruppo Tenneco, è presente in
maniera
massiccia tanto sul fronte del
primo equipaggiamento quanto
sul mercato dell' aftermarket e del ricambio, producendo,
solo nei suoi stabilimenti europei, quasi 19 milioni di ammortizzatori
ogni anno. Ma quali sono le differenze principali fra le marche piu'
note e diffuse? Monroe, Bilstein, Koni e Boge-Sachs
lavorano seguendo filosofie non certo identiche; la prima
in particolare, si impegna nella ricerca di un miglior compromesso
tra il comfort e la massima precisone nella guida. Le altre
marche producono tendenzialmente ammortizzatori più rigidi,
i Bilstein per esempio hanno generalmente un' ottima taratura sportiva,
non costano quasi mai meno del ricambio originale, ma hanno un' ottima
durata.
Sicurezza
Secondo una ricerca effettuata dalla
Tenneco Automotive (nota col marchio Monroe) una vettura con
ammortizzatori
usurati al 50% e col solo guidatore a bordo, ad una velocità
di 70 km/h in rettilineo allunga gli spazi di frenata di 2,6
metri (esame TUV). Con vettura a pieno carico, sempre in rettilineo
ma con sfondo sconnesso lo spazio di frenata peggiora di 12,1 metri
(Automotive Safety Center Milano). Quando un ammortizzatore si dice
scarico, significa che i vari anelli di tenuta dei cilindri,
delle camere sigillate, e del pistone non svolgono più la
loro funzione. L' olio non viene costretto a passare solo attraverso
le valvole, ma si miscela all'azoto, oppure si verificano
trafilaggi
attraverso l'anello di tenuta al pistone principale. Nei casi più estremi
si verificano anche perdite di olio e di gas fuori dal corpo
dell'ammortizzatore.
Queste premesse dovrebbero spingerci a un controllo abituale delle
nostre sospensioni - Monroe consiglia ogni 20.000 km - e
comunque l'esperienza insegna che un ammortizzatore dopo 60.000-70.000
ha perso quasi completamente la sua efficienza.
In questo caso ricordiamoci i rischi, condensati
nei dieci comandamenti del decalogo Monroe:
· Precaria tenuta di strada e perdita
di aderenza in curva
· Aumento dello spazio di frenata
· Annullamento delle funzioni
dell'ABS
· Pericoloso rollio in fase di
sorpasso e in presenza di raffiche di vento laterale
· Fenomeno di aquaplaning anche
a basse velocità
· Pericolo di abbagliamento durante
la guida notturna
· Aumento dell' affaticamento
e diminuzione dei riflessi del guidatore fino al 25%
· Pericoloso deterioramento di alcuni
organi fondamentali del veicolo
· Anomala e prematura usura dei
pneumatici
· Incontrollabilità del mezzo in
presenza di neve e ghiaccio