03 December 2014

Alto gasamento

Nel corso del BRC Experience abbiamo potuto visitare il centro ricerca e sviluppo, dove vengono studiati e testati i nuovi prodotti. Poi tutti in pista per toccare con mano le prestazioni degli impianti BRC su tre vetture da competizione

Alto gasamento

In questi momenti grami dove sul fronte lavoro e occupazione pare arrivino solo dati negativi non può che fare piacere trovare un’azienda pronta ad investire in nuove iniziative, quindi creando nuovi posti di lavoro, dimostrando che con le idee giuste e la voglia di fare è possibile produrre e fare impresa anche in Italia. Si tratta della BRC Gas Equipment, di proprietà M.T.M. s.r.l., società leader nella produzione e commercializzazione di componenti e impianti a gas metano e GPL per autotrazione. Presente in oltre 70 paesi in tutto il mondo, detiene in Italia il 23% del mercato di impianti GPL e il 20% di quelli a metano, occupa oltre 1.500 tra collaboratori e dipendenti (700 nella sede storica di Cherasco, CN) e nel 2013 ha totalizzato un fatturato di circa 400 milioni di dollari.

 

Ciclo completo

Uno dei punti di forza di BRC è senza dubbio il fatto di sviluppare e produrre al proprio interno quasi tutte le componenti necessarie ai propri sistemi, potendo così avere un controllo diretto sulla qualità degli stessi. Dal 1992, anno in cui Mariano (attuale presidente) e Pier Antonio Costamagna hanno dato vita a M.T.M. – BRC Gas Equipment, l’evoluzione dell’azienda è stata costante. Dopo aver commercializzato nel 1991 il suo primo sistema elettronico di controllo della carburazione, nel 1996 BRC immette sul mercato il primo sistema italiano di iniezione gassosa di GPL e metano. Con l’acquisizione nel 2001 della MTE, la divisione elettronica che dal 2012 ha un nuovo stabilimento di 6.000 mq, BRC diventa il primo marchio in Italia ad avere integrato in azienda tutte le competenze necessarie per l’ideazione, lo sviluppo e la produzione del prodotto. Nel 2011 è stato inaugurato il nuovo R&D Center, da sempre uno dei punti nevralgici di BRC, che all’interno dei suoi 4.000 mq dove lavorano circa 60 tecnici integra l’area progettazione, con sistema disegno CAD-3D di ultima generazione, i laboratori per le prove statiche e dinamiche ed i banchi prova statici e dinamici, capaci di simulare anche shock termici e avversità climatiche, e di controllo emissioni. Insomma, un ciclo completo (che compresi i collaudi stradali può durare anche 18 mesi) di alto livello qualitativo e tecnologico che ha propiziato accordi di collaborazione con molti dei principali Costruttori automobilistici (Chevolet; Daimler; Ford; Great-Wall; Honda; Hyundai; Kia; MAN; Mitsubishi; Nissan; Gruppo PSA; Suzuki; Subaru; Volkswagen) sia per la fornitura di un kit originale sia per la trasformazione in serie di vetture bi-fuel, con due linee di montaggio operative a Cherasco, dove ad applicazione terminata viene pure eseguito il collaudo. Tra i sistemi sviluppati nel R&D Center di Cherasco il Sequent Direct Injection, il primo in Italia appositamente pensato per motori a iniezione diretta di benzina, e LDI (Lpj Direct Injection) che immette il GPL allo stato liquido, l’ultimo in ordine di tempo commercializzato dall’inizio dell’anno e appositamente studiato per motori turbo a iniezione diretta di benzina.

 

Non solo impianti

Ma non solo, perché nel 2005 è partito il progetto BRC Compressors per la produzione dei compressori metano, interamente sviluppato proprio nel R&D Center, mentre nel 2006 BRC Gas Equipment e la statunitense Impco insieme hanno dato vita alla Fuel System Solution, il più grande polo produttivo mondiale nel settore dei carburanti ecologici, una holding quotata al Nasdaq con un fatturato di gruppo di 418 milioni di dollari. Nel 2007 è partito il progetto BRC Gas Service, con 500 officine affiliate sul territorio nazionale, mentre nel 2009 vengono acquisite la società argentina Tomasetto Achille, che con il brand TA rafforza la presenza BRC sul mercato sudamericano, e la canadese Fuel Maker che si occupa di sistemi di rifornimento metano per uso domestico e industriale con il nuovo marchio BRC FuelMaker. Nel 2011 passa a BRC il ramo automotive della Impco, la cui produzione viene portata a Cherasco, mentre nel 2012 viene acquisito lo storico marchio CUBOGAS, del gruppo General Electric, unitamente al diritto di utilizzo del marchio Dresser e alla licenza di costruzione dei compressori Pignone.

 

Nuovo progetto

Ma a Cherasco non si dorme sugli allori e per il 2015 sono già pronte due nuove iniziative. Oltre alla realizzazione di pastiglie freno di fascia premium, prodotte in una nuova unità dotata di macchinari e attrezzature d’avanguardia, Mariano Costamagna ha dato il via al progetto BRC Car Service, che affiderà a una serie di officine selezionate, probabilmente quelle già targate BRC Gas Service, uno speciale box-magazzino (che rimarrà di proprietà dell’azienda) con una dotazione di ricambi necessari per effettuare tagliandi e manutenzione ordinaria sulle vetture, che sarà aggiornata tempestivamente tramite un sistema di gestione computerizzata centrale.

 

Perché scegliere GPL o metano

Il GPL (Gas di Petrolio Liquefatti) è un prodotto della raffinazione del greggio, quindi soggetto agli andamenti del mercato internazionale dello stesso con tutto quello che ne consegue, mentre il metano per autotrazione è una miscela gassosa che si trova direttamente in natura. Il GPL brucia senza lasciare residui carboniosi che portano a un prematuro logoramento, allungando la durata di candele, valvole e pistoni, mantenendo più a lungo inalterate le proprietà dell’olio motore. Rispetto a una vettura diesel un veicolo alimentato a GPL inquina circa il 90% in meno, limitando le emissioni di ossidi di azoto e particolato. Il tutto garantendo prestazioni del tutto simili nei confronti della classica alimentazione a benzina, con un massimo del 2-3% di perdita di potenza per impianti Sequent mentre può essere più sensibile per impianti meno evoluti. Un ulteriore vantaggio è quello di poter circolare nelle aree e nei periodi di limitazione del traffico, salvo diversa indicazione, e poter parcheggiare fino al primo piano interrato. Il costo medio di trasformazione a GPL varia dagli 800 euro per una vettura a carburatore o iniezione non catalizzata ai 1.800 euro per auto catalizzate con impianto a iniezione sequenziale fasata. Attualmente in Italia circolano circa 1800 veicoli alimentati a GPL e sul territorio si possono trovare circa 3.200 impianti di erogazione carburante. L’alimentazione a metano è certamente la soluzione ottimale a livello di emissioni inquinanti, a cui abbina bassi consumi e una quasi completa assenza di residui carboniosi nel motore. Inoltre, con impianti di ultima generazione si sono limitate anche le perdite di potenza, anche nel caso di motori a doppia alimentazione metano-benzina, ed è possibile parcheggiare senza problemi nei garage sotterranei e trasportare l’autoveicolo sui traghetti. Il costo medio di trasformazione a metano può variare dai 1.400 ai 2.400 euro. La rete distributiva è più limitata rispetto al GPL, con circa 1.000 distributori, ma è in rapida evoluzione. Attualmente circa il 30% del parco circolante nel nostro paese è composto da vetture alimentate a GPL o metano, con la BRC che distribuisce circa 500.000 kit all’anno.

 

A tutto gas nel motorsport

La passione per il motorsport del presidente Mariano Costamagna, pilota e anche collezionista di auto e moto d’epoca, e di alcuni dei suoi più stretti collaboratori, tra cui il neo direttore generale Missimiliano Fissore, hanno portato l’azienda di Cherasco a creare nel 2010 il BRC Racing Team, una struttura interna composta da piloti e tecnici professionisti, con un duplice obbiettivo: lanciare un forte messaggio dimostrando nelle condizioni più esasperate tipiche delle competizioni l’equivalenza prestazionale dei propri prodotti, unitamente ad affidabilità e sicurezza degli stessi, utilizzando le corse anche per sviluppare e testare nuove tecnologie applicabili sui veicoli di uso quotidiano”. Dopo le prime esperienze con Nissan 350Z, Montecarlo BRC V12 e Seat Leon Supercopa (su questa è stata testato il sistema LDI) nelle gare endurance, BRC Gas Equipment in collaborazione con KIA Motors Italia, che ha messo a disposizione 15 Venga 1.6, ha organizzato il monomarca Green Hybrid Cup che correndo su piste nazionali e internazionali hanno creato un notevole impatto, rivolgendo poi la propria attenzione anche ai rally, che possono contare sulla forte presenza di pubblico, prima allestendo una Suzuki Swift 1.6, che quest’anno con l’equipaggio Michele Tassone-Daniele Michi ha vinto il monomarca Suzuki piazzandosi seconda nel Trofeo R1, e poi lanciando la sfida assoluta nel Campionato Italiano Rally con la Ford Fiesta R5 che con Giandomenico Basso-Mitia Dotta ha sfiorato per soli due punti la clamorosa conquista del titolo tricolore.

 

Parco giochi

Nel corso di una simpatica giornata denominata BRC Experience abbiamo potuto guidare sul kartodromo di Busca tutte e tre le vetture che rappresentano l’impegno BRC nel motor sport, accomunate dall’alimentazione monofuel GPL ma differenti tra loro sia per la tipologia di sistema con cui sono equipaggiate sia per caratteristiche tecniche e quindi per la tecnica di guida che richiedono, come potete apprezzare dai video on-board. Superfluo dire che è stato un po’ come andare al “luna park”, perché oltre all’aspetto tecnico la brillantezza di prestazioni di queste vetture ci ha regalato grande divertimento, reso ancora più coinvolgente da una sfida diretta tra colleghi. Peccato che, come capita sempre nei parchi giochi, i giri in giostra si rivelino sempre troppo brevi.   

 

Kia Venga Green Hybrid Cup

La piccola monovolume coreana, giunta al suo quarto anno di attività, è stata continuamente evoluta. Dalla prima versione molto vicina alla vettura stradale, è stato montato un cambio sequenziale a 6 rapporti, pneumatici slick, freni a disco anteriori auto ventilati da 332 mm con pinza a 6 pistoncini, un kers che “regala” una potenza aggiuntiva di 25 cv per alcuni secondi a giro e, quest’anno, un compressore centrifugo che porta la potenza del quattro cilindri 1.6 a 160 cv (185 cv con il kers attivato). Il motore della Kia Venga BRC pur non potendo vantare una potenza esagerata mostra un’erogazione fluida e una buona prontezza, a patto di tenerlo ad un regime brillante evitando di andare sottocoppia, ben coadiuvato dal cambio sequenziale con cut-off, che necessita un certo sforzo ma non richiede l’utilizzo della frizione in salita di rapporto mentre in scalata è consigliato. La frenata è potente ma bisogna trovare il feeling con il pedale per evitare il bloccaggio all’anteriore, così come non è consigliabile essere troppo aggressivi in staccata per evitare di innescare sottosterzo in ingresso di curva. Meglio far “scorrere” la vettura in curva, almeno sulle piste tradizionali. La guida pulita certamente paga, con una buona precisione di traiettoria sulle curve più ampie mentre manifesta un certo pompaggio al posteriore in quelle più chiuse quando si va ad accelerare.     

 

 

Suzuki Swift R1

Delle tre la Suzuki Swift è quella più stradale. Il quattro cilindri 1.6 giapponese rimane di serie, così come cambio a 6 rapporti e differenziale, ed eroga circa 140 cv. Le sospensioni rimangono fissate su silent block, quindi subiscono un certo “movimento” acuito dall’utilizzo di pneumatici Toyo scolpiti, l’assetto monta ammortizzatori Ohlins regolabili a tre vie mentre l’impianto frenante rimane di serie. E’ ovviamente quella che necessita di una guida più pulita, perché la potenza è poca anche se ben distribuita ed i rapporti del cambio sono stradali, così come la manovrabilità dello stesso più lenta e richiede l’utilizzo della frizione. Ottima la frenata, così come l’ingresso curva aiutato dalla tendenza del posteriore al sovrasterzo, assolutamente gestibile, e la trazione in accelerazione nonostante l’assenza dell’autobloccante. Sia la Suzuki Swift che la Kia Venga Green Hybrid Cup sono dotate di impianto di alimentazione monofuel GPL di tipo Sequent, per motori a iniezione indiretta, con immissione del carburante allo stato gassoso nei condotti di aspirazione.

 

 

Ford Fiesta R5 

La categoria R5 rappresenta la massima preparazione di una vettura nell’ambito del Campionato Italiano Rally. Il motore quattro cilindri 1.6 turbo, in questo caso alimentato con l’innovativo sistema LDI appositamente studiato per motori a iniezione diretta che inietta carburante allo stato liquido, eroga oltre 280 cv. Le sospensioni sono ancorate su unibal, garantendo precisione nelle regolazioni e nella guida, con ammortizzatori Reiger regolabili a tre vie, l’impianto frenante dispone di dischi anteriori autoventilati da 355 mm con pinze a 4 pistoncini e ripartitore di frenata, il cambio è un sequenziale Sadev a 5 rapporti con cut-off e la trazione è integrale permanente con una ripartizione al 50%. La Ford Fiesta R5, di cui potete leggere approfonditamente su questo numero di Automobilismo, regala grandi soddisfazioni con ampi margini di sicurezza. Come del resto potete intuire dal video on-board. Buon divertimento!

  

 

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