Alla scoperta di Byton, la startup cinese rivelazione del CES 2018

Tra le tante novità presentate al CES 2018 ci ha particolarmente colpito Byton. Si tratta di una startup con capitali cinesi ma composta da ex manager BMW che ha presentato un SUV elettrico molto interessante.

Il CES 2018 si è appena concluso. La rassegna di Los Angeles ha visto il proliferare di startup che hanno proposto soluzioni di Intelligenza Artificiale e di guida autonoma, settori che insieme all’elettrificazione stanno scandendo il presente del mondo dell’auto. Ed infatti il CES 2018, un salone dell’elettronica di consumo, da diverse edizioni ormai ospita abitualmente anche diverse aziende del settore automobilistico. E le aziende automotive ospiti del CES non possono che essere case che puntano tutto sulla tecnologia. Tra di esse quella che ci ha colpito di più è stata una certa Byton.

Il nome potrebbe non dire nulla a molti poiché si tratta di una startup cinese, una delle tante startup che promettono auto elettriche super tecnologiche a prezzi stracciati. Ma la Byton non sembra essere una delle tante ed il perché è presto detto: tra le file dell’azienda cinese troviamo diversi ex-manager del sub-brand BMW “i”, appartenenti quindi alla divisione dell’azienda tedesca preposta alla produzione di auto elettriche. Tra di essi figurano: Carsten Breitfeld, il quale, oltre ad aver trascorso venti anni in BMW ha seguito lo sviluppo della i8, Benoit Jacob, ex capo progettista di BMW i, Henrik Wenders, ex direttore marketing di BMW i, Dirk Abendroth, capo sviluppatore BMW i drive, Daniel Kirchert, manager, che ha costruito la joint venture BMW Brilliance in Cina. Ma il Dream Team di Byton non finisce di certo qui perché tra le fila della Byton possiamo trovare anche figure di spicco che hanno lavorato in Google, Toyota e Tesla.

Con un Dream Team del genere l’auto presentata al CES 2018 non poteva che essere super. Byton alla rassegna americana ha portato un concept di un SUV elettrico molto interessante. Il prototipo in questione dovrebbe entrare in produzione nel 2019; inizialmente però sarà destinato solo al mercato cinese ma nel 2020 l’auto verrà lanciata anche negli Stati Uniti e in Europa. Nel 2021 infine la piattaforma della Byton verrà utilizzata per l'ingegnerizzazione di una berlina e nel 2022 di una vettura a sette posti.

L’azienda ha dichiarato che il prototipo presentato al CES è molto simile alla vettura che entrerà in produzione. Si tratta di un SUV - lunghezza di 4,85 metri e passo di 2,945 metri - che può contare su ampie superfici vetrate e che presenta una linea che strizza l’occhio ad alcune crossover europee. Sono previste due versioni della Byton: una a trazione posteriore da 200 kW ed una a trazione integrale da 350 kW. Saranno inoltre disponibili due diverse grandezze della batteria: una da 71 kWh, che consente un’autonomia di 400 chilometri, ed una da 95 kWh che permette di percorrere 520 chilometri con una singola ricarica.

Osservando la Byton si possono scorgere piuttosto facilmente i lineamenti da concept car; frontale con una prorompente firma a LED ed assenza totale delle maniglie delle portiere. Per entrare in auto verranno sfruttate le tre videocamere di riconoscimento facciale che provvedono ad esaminare i parametri biometrici e a sbloccare le porte per le persone autorizzate ad accedere al veicolo, videocamere che assolvono anche alla funzione di specchietto retrovisore. Ma la vera anima della Byton è all’interno della vettura. Ad accogliere il conducente c’è infatti un gigantesco schermo da 1,25 metri che percorre tutta la plancia. Ovviamente non mancano i controlli vocali e l’assistente, in questo caso troviamo Amazon Alexa. Presente anche la guida assistita conforme al livello 4.

Possiamo affermare con certezza che alle spalle di Byton ci sono delle persone che hanno un solido know-how nel settore delle auto elettriche. Sembrano esserci anche le coperture finanziarie visto che la startup asiatica è finanziata dai colossi Foxconn e Tencent. Tutto questo basterà a realizzare un prodotto di successo? Rispondere a questa domanda non è facile. Di sicuro possiamo dire che i presupposti per fare bene ci sono tutti. Tuttavia, siamo coscienti che tra la presentazione di un prototipo e la successiva produzione in serie il passo è lungo, lunghissimo. Fare auto è un mestiere che necessita di ingenti investimenti iniziali ed i ritorni economici sono ridotti.

Nell’era dell’automobile 2.0 abbiamo visto vittime illustri come Apple che ormai sembra aver definitivamente rinunciato alla realizzazione dell’Apple Car. Ma possiamo anche citare quella che da molti era definita come la “Tesla cinese”, ossia Faraday Future, che mese dopo mese, a causa di insormontabili difficoltà economiche, ha visto scemare le sue ambizioni di imporsi come casa automobilistica “vera”. Insomma il cammino per Byton è molto lungo. Per scoprire altre notizie sull’azienda cinese rimanete sintonizzati sulle frequenze di Automobilismo.it.

Emiliano Ragoni

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