01 November 2014

Alfa Romeo, la prima Giulietta

"Siete otto Romeo e non c'è neanche una Giulietta?". Chiese a una cena il principe russo al pilota Wimille e alcuni dirigenti della Casa automobilistica italiana. Tre anni dopo nasceva....

Intro

Era il 1954 quando nelle sale cinematografiche di tutto il mondo usciva "Fronte del porto", il film di Elia Kazan premiato con 8 premi Oscar, tra i quali quello al "Miglior attore protagonista" assegnato ad un giovane ed affascinante attore: Marlon Brando. Si afferma così una delle leggende del cinema internazionale mentre in Italia il pubblico accorre numeroso nelle sale per vedere la splendida Sofia Loren interprete de "L'oro di Napoli" di Vittorio De Sica. Ma il 1954 è anche l'anno del film "La strada" (Premio Oscar nel 1956 come Miglior Film Straniero) in cui un'altra grande attrice italiana raggiunge fama e onori internazionali: è Giulietta Masina, moglie di Federico Fellini, che recita la parte di Gelsomina, una ragazza povera ed ingenua, accanto a Zampanò, il malvagio "mangiatore di fuoco" interpretato magistralmente da Anthony Quinn.

Sarà un caso ma nell'anno in cui si afferma la candida Gelsomina, nasce una vettura Alfa Romeo che segnerà la storia dell'automobilismo: il suo nome è Giulietta, lo stesso della celebre attrice che la terrà a battesimo nel 1960 quando dalle linee del Portello uscirà la vettura numero 100.001. Poi, lo stesso fil rouge tra il cinema felliniano e la "Giulietta" si ripropone nel 1955 quando la vettura "sfila" sul lungomare di Rimini (la città natale di Federico Fellini) in occasione del concorso di Miss Italia vinto quell'anno da Brunella Tocci.

La leggenda del nome...

La Giulietta, quindi, si afferma ben presto come uno dei simboli della rinascita italiana dalle rovine della Seconda Guerra Mondiale. E il passo è breve per diventare una vera e propria leggenda dell'automobilismo. Ma una leggenda che si rispetti è spesso avvolta dal mistero e la Giulietta non fa eccezione come dimostrano anche le due diverse versioni per la scelta del nome. La prima vuole che il nome Giulietta sia stato suggerito dalla signora De Cousandier, moglie del poeta Leonardo Sinisgalli.

La seconda, invece, ritiene che sia stata la risposta dell'Alfa Romeo ad una domanda di un principe russo. Si narra che una sera del 1950, in occasione della presentazione dell'Alfa Romeo "1900" a Parigi, il pilota Wimille e alcuni dirigenti della Casa automobilistica entrarono in un locale dove il nobile era solito allietare i clienti con poesie e racconti. Riconosciuti, il principe gli andò incontro domandando: "Siete otto Romeo e non c'è neanche una Giulietta?". Tre anni dopo, (Alfa) Romeo presentò al mondo la sua Giulietta. Comunque sia quel richiamo shakesperiano colpì l'immaginazione di tutto il mondo e quel nome della "giovinetta romantica che affacciata al balcone di Verona ascolta le parole del suo innamorato" valsero alla Giulietta l'appellativo di "fidanzata d'Italia".

Ma torniamo al 1954, quando Nunzio Filogamo conduce per la quarta volta di fila il Festival di San Remo vinto da Gino Latilla e Giorgio Consolini con "Tutte le mamme" (autori Bertini e Falcocchio) e, per la prima volta, "orfano" della regina della canzone italiana: Nilla Pizzi. Intanto sulle prime pagine dei quotidiani si tessono le lodi di Ardito Desio che il 31 luglio guida una spedizione italiana alla conquistata del K2, la seconda vetta del mondo. Ma sulle stesse pagine trovano posto anche il giallo "Montesi" e l'arresto di Fausto Coppi per adulterio: una fotografia ritrae il campione di ciclismo mentre depone la sua bicicletta nel baule di una Giulietta Berlina. Insomma, tra luci ed ombre, l'Italia corre veloce sulle vie della modernizzazione, ormai prossima al "boom economico".

Giulietta Sprint

Testimone di questa fase cruciale nella storia del nostro Paese è proprio la Giulietta Sprint che nella primavera del 1954 debutta al Salone di Torino ed è accolta come una vera e propria "stella" del cinema. Sulla scia del successo della 1900, infatti, l'Alfa Romeo presenta un agile coupé dalle dimensioni contenute e con prestazioni superiori che segna l'ingresso della Casa del Biscione nella categoria delle "piccole", quelle vetture equipaggiate con propulsori inferiori ai 1.500 centimetri cubici di cilindrata.

Innanzitutto colpisce quella carrozzeria filante disegnata da Bertone che sfrutta nel modo più razionale i principi aerodinamici a vantaggio dell'eleganza della linea. Nella parte frontale la calandra e le mascherine laterali, caratteristiche delle vetture Alfa Romeo, sono adeguate ad un gusto più moderno.

Inoltre, fa il suo esordio un rivoluzionario motore bialbero di 1290 cm3 nel quale è stato fatto largo impiego di lega d'alluminio, una soluzione davvero inedita per l'epoca. Capostipite di tutti i successivi "quattro cilindri" Alfa Romeo, questo propulsore è progettato da Giuseppe Busso secondo quella filosofia del contenimento dei pesi che gli proviene dalla sua formazione di progettista di motori per l'aviazione. Insomma, per la prima volta qualità superiori di potenza e sicurezza sono assegnate ad una vettura eccezionale per cilindrata e dimensioni compatte. Tutte queste qualità permettono di mantenere, ad un prezzo accessibile, quelle caratteristiche di maneggevolezza e brio che hanno destato tanto consenso nella 1900.

Nasce così la Giulietta Sprint, un coupé omologato 2 + 2 posti che viene prodotto fino al 1962 distinguendosi in tre principali serie, cui si aggiunsero le versioni Sprint Veloce e gli ultimi esemplari prodotti nel '62 e chiamati semplicemente "1300 Sprint". In tutto la Giulietta Sprint è stata prodotta in 24.084 unità; la Giulietta Sprint Veloce in 3.058; la Giulietta Sprint Speciale in 1.252; e 217 tra Giulietta SZ e Giulietta SZ Coda Tronca.

Gli attori...

Insomma, in tutte le sue versioni, il modello Giulietta ha rappresentato un significativo fenomeno di costume: l'abbiamo vista protagonista in molti film degli anni Sessanta, gli anni del boom economico e della Dolce Vita. Conquistò davvero tutti: dall'uomo della strada, che sicuramente la sognava, a personaggi famosi quali Sofia Loren, Gina Lollobrigida, Ester Williams, Diana Dors, Vittorio Gassman e tanti altri. Divenne l'emblema della crescita sociale ed economica d'Italia e nei Caroselli televisivi di quegli anni, veniva scelta persino per sottolineare la bontà di altri prodotti. Per esempio, Domenico Modugno gridava "Con API si volaaaaa!", dopo aver fatto il pieno al distributore e partiva a razzo con la sua Giulietta Spider. E volò davvero sulle strade così come nelle vendite.

Si può affermare, quindi, che la Giulietta ha inventato una nuova classe, quella delle vetture di cilindrata 1300, destinata a diventare ben presto una formula europea. Senza contare che nel 1955 non esisteva al mondo una berlina di serie con le caratteristiche meccaniche e le prestazioni della Giulietta. Per questo ha fatto scuola. E nonostante gli anni questo modello conserva ancora oggi una forte personalità a conferma della grande tradizione Alfa Romeo.

Lo stesso fascino ereditato dalla Giulia, la naturale erede della Giulietta, che ha continuato negli anni a perfezionare le iniziali doti d'avanguardia e di prestazioni da primato. Partita prima nella sua classe, infatti, l'Alfa Romeo ha sempre mantenuto un netto vantaggio sulle concorrenti producendo vetture medie che come prestazioni non avevano proprio nulla da invidiare a modelli di cilindrata superiore e, come comportamento su strada, continuavano ad imparare dalle piste e dai circuiti di tutto il mondo.

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