23 June 2015

Anniversari, l' Alfa 75 compie 30 anni

Tra gli anniversari che si celebrano quest’anno, c’è il 30° di una “outsider” del collezionismo automobilistico: nata in occasione di un altro anniversario, quello dei tre quarti di secolo dell’Alfa Romeo, l’Alfa 75 è un’auto...

LE ORIGINI

Tra gli anniversari che si celebrano quest’anno, c’è il 30° di una “outsider” del collezionismo automobilistico: nata in occasione di un altro anniversario, quello dei tre quarti di secolo dell’Alfa Romeo, l’Alfa 75 è un’auto da collezione abbastanza insolita. Pur essendo relativamente recente, essa si è infatti guadagnata una folta e orgogliosa schiera di appassionati e collezionisti già prima del compimento dei fatidici “vent’anni”; sorte che in genere tocca a poche instant classic, come spider e supersportive, ma praticamente mai all’intera gamma di una berlina da famiglia prodotta in grande serie.

Fama guadagnata ex-post, per il semplice motivo di essere rimasta l’ultima auto del Biscione con trazione posteriore, pertanto custode ultima del vero dna della Casa. Concepita in un momento finanziariamente controverso per l’Alfa Romeo, all’epoca in gestione IRI, alla nascita la “75” non gode dei presupposti migliori; deve infatti accontentarsi di una riprogettazione parziale su meccanica e telaio della Giulietta, secondo una ricetta già sfruttata per l’Alfa 90, sviluppata su base Alfetta. Rispetto al modello precedente, esteticamente cambia poco più dei lamierati esterni, e viene mantenuto l’intero giro porta.

Eppure, grazie all’esperienza di Ermanno Cressoni, all’epoca responsabile del Centro Stile e già autore della Giulietta, rispetto a quest’ultima la 75 risulta molto più fresca e moderna, guadagnando una nuova e ben definita personalità, con alcuni tocchi sapienti: tra tutti, i gruppi ottici anteriori e posteriori trapezoidali e la spezzata nera sulle fiancate che rimanda alla “linea del successo” della 33. Anche all’interno la situazione è molto cambiata: la plancia, importante e orientata verso il pilota, ospita una strumentazione più chiara e completa, i sedili più solidi sono vestiti di tessuti più gradevoli e resistenti, e il tutto è condito con alcuni tocchi originali come il grosso freno a mano a doppia leva e alcuni comandi secondari spostati sul tetto, in prossimità del retrovisore. Su strada poi, già con la gamma d’esordio, la 75 rappresenta la quadratura del cerchio tra il piacere di guida e le necessità di trasporto di una famiglia media.

TWIN SPARK

Già presente nei listini in versione a carburatori, nel 1987 la “due litri” è lanciata nella più moderna e succosa variante “Twin Spark”: il quattro cilindri bialbero guadagna l’alimentazione a iniezione, la testa a doppia accensione (reminescenza delle vecchie “GTA”) e il variatore di fase VCT; il risultato è un aumento della potenza da 128 a 148 CV. Esteticamente, eccetto i paraurti, che restano normali, la “T.S.” condivide le appendici aerodinamiche con le versioni “America”: codolini, minigonne, spoiler posteriore. Le “Twin Spark” prima serie sono relativamente rare perché, già sul finire del 1988, la 75 subisce un leggero restyling: nuova calandra a nido d’ape, luci posteriori totalmente rosse, nuove targhette identificative; proprio alla prima serie appartiene l’esemplare della nostra prova, immatricolato nel 1987 e di proprietà di Giuseppe Andrea Barillaro.

Tra tutte le 75, la “Twin Spark” rappresenta un po’ un capitolo a parte, in quanto da molti ritenuta la 75 “per antonomasia”, una delle versioni in assoluto più equilibrate, e per questo tra le più apprezzate e ricercate; basti pensare che gli esemplari migliori sul mercato veleggiano allegramente oltre il muro dei 10.000 euro. Il perché è presto detto: al momento del lancio la 75 “Twin Spark” vanta prestazioni mai viste prima per un duemila aspirato: con 148 CV, oltre 200 km/h e uno 0-100 nell’ordine degli 8 secondi, ha la potenza di una pari cilindrata turbocompressa, rispetto alla quale è più affidabile e progressiva nell’erogazione, o di una 2.5 sei cilindri, rispetto a cui è invece più pronta e nervosa.

Su strada è veloce, godibile, divertente e stabile nonostante l’altezza e il rollio evidenti. E poi esteticamente ha quei pochi tocchi “giusti” che la incattiviscono senza scivolare nel volgare. Il successo della Twin Spark è immediato; diventa da subito una delle versioni più apprezzate e si ritrova a fare da traino per tutte le altre. È l’Alfa Romeo che tutti aspettavano dai tempi della prima Alfetta: veloce, aggressiva, ma anche comoda e completa. Proprio come le Alfa di una volta.

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